Se da una parte la crisi finanziari statunitense ha assestato un duro colpo all'Occidente, dall'altra, arrestando l'aumento dei prezzi del petrolio, ha così concesso a Pechino di tirare un sospiro di sollievo. Parola di Shen Jiangguang, analista di Mizuhuo Securities. La piaga dell'inflazione al consumo, che da mesi affligge il Dragone, è in via di guarigione e ci sono buone speranze che il Consumer Price Index, (CPI), in aumento a giugno del 6,5% , nei prossimi mesi rallenti la sua corsa. Secondo le previsione degli analisti, agosto si concluderà con una crescita del CPI pari al 6,2%, con i prezzi degli alimenti alti, ma in via di raffreddamento rispetto al mese scorso. "Con un picco nel mese di luglio, la media annua dell'aumento del CPI si attesterà tra il 5,4% e il 5,6%", ha dichiarato Lu Zhengwei direttore dell'Industrial Securities. Ma c'è anche chi ipotizza per l'indice dei prezzi alla produzione una risalita sino alla soglia del 7,3% entro la fine di agosto, sebbene la crescente volatilità del mercato delle materie prime ne minacci un tracollo per il prossimo mese.
di Alessandra Colarizi.
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