giovedì 16 febbraio 2012
Più di 5 anni di reclusione per il fischietto d’oro cinese
(Pubblicato su AgiChina24)
Pechino, 16 feb.- La “Calciopoli in salsa di soia” è giunta ad una svolta decisiva. Nessuno sconto per i quattro big dell'arbitraggio cinese indagati per un giro di partite truccate ai quali il Tribunale Intermedio di Dandong ha riservato una pena tra i sette e i tre anni e mezzo di detenzione. Nella sentenza emessa dalla Corte spicca il nome di Lu Jun, il “fischietto d'oro” noto per aver officiato i Mondiali del 2002 disputati tra Sud Corea e Giappone, per il quale la Corte ha predisposto una condanna a cinque anni e mezzo di reclusione, con l'accusa di aver falsato sette partite di campionato intascando tangenti per 810 mila yuan (poco meno di 130 mila euro). E non è tutto. L'eccellenza dell'arbitraggio cinese si è anche vista confiscare i propri beni per un ammontare di 100 mila yuan (quasi 16mila euro).
Ma dietro le sbarre Lu sarà in buona compagnia. Anche i colleghi Huang Junjie, Wan Daxue e Zhou Weixin passeranno a loro volta al fresco rispettivamente sette, sei e tre anni e mezzo per aver falsato l'esito di alcuni incontri nei quali comparirebbero anche i nomi di famosi club internazionali.
Quasi 1 milione e mezzo di yuan ( circa 158 mila euro) ai quali si vanno a sommare 100 mila dollari HK, è quanto guadagnato illecitamente da Huang in 21 partite differenti. Anche per lui la legge ha predisposto la confisca di ben 200mila yuan (poco meno di 32mila euro). Secondo classificato Wan Daxue, con 940 mila yuan (circa 149 mila euro) di mazzette - intascate per lo più in occasione dei Chines National Games - e al quale le autorità hanno previsto l'esproprio di beni per il valore di 150 mila yuan (poco meno di 24 mila yuan).
Bottino più misero -soli 490mila yuan (quasi 78 mila yuan) - invece quello di Zhou, che implicato in otto casi differenti avrebbe ricoperto il ruolo di mediatore coinvolgendo nel giro di tangenti anche altri colleghi. Nome noto alla stampa nazionale, nel 2004 il suo “deliberato sbaglio” nell'assegnazione di un rigore scatenò la così detta “Rivoluzione G7”, movimento di protesta inscenato da sette importanti squadre nazionale contro la Chinese Football Association (CFA), innescando lo sciopero del Beijing Guoan Football Club, la maggior società calcistica della capitale.
Ma la legge cinese non ha risparmiato nemmeno l'ex responsabile della Chinese Soccher League, Lu Feng, condannato ad una pena detentiva di 5-6 anni per aver corrotto alcuni membri della Zhongyi Sports Development Co. Ldt , mentre è ancora tutto da decidere per quanto riguarda il futuro dell'ex vice-presidente della CFA, Yang Yimin, dell'ex direttore del Comitato Arbitri della CFA, Zhang Jianqiang, e di alcuni altri dipendenti dell'Associazione calcistica cinese che faranno il loro ingresso nelle aule della Corte di Tieling, provincia Liaoning, il prossimo 18 febbraio. E mentre la giustizia cinese si scatena sui pesci piccoli, nulla si sa invece sui “capi branco”: è ancora riserbo assoluto sulla data del processo del vicepresidente della CFA, Nan Yong e del suo predecessore Xie Yalong.
Intanto il calcio scommesse continua a gettare ombra su alcuni dei migliori club nazionali tra i quali lo Shandong Luneng, lo Henan Jianye e lo Shanghai Shenhua, la squadra che proprio ieri ha accolto nella sua rosa la stella del calcio francese, Nicolas Anelka. L'arrivo dell'ex campione del Chelsea ha lo scopo di ridare una nuova immagine al football cinese, da anni ormai vittima della cricca dei “fischietti neri”, che tra frodi sportive e partite truccate rischiano di mettere in fuga molte multinazionali da quello che viene considerato il primo bacino di tifosi al mondo.
E' dal 2009 che il governo cinese sta provvedendo a fare pulizia nel settore, sguinzagliando un gruppo di ispettori appartenenti a 12 diversi organi ministeriali. E il giro di vite messo in atto da Pechino sembra aver datto i suoi frutti. Soltanto a partire dal novembre scorso sono stati più di 100 i dirigenti e i giocatori interrogati e almeno 21 gli arrestati, mentre persino Hu Jintao e il suo probabile successore, Xi Jinping, si sono scomodati per sostenere la campagna moralizzatrice volta a risollevare le sorti del “gioco più bello del mondo” entro i confini della Grande Muraglia.
Da parte sua, il CFA ha apportato diversi cambiamenti nel sistema di supervisione e nelle regole disciplinari, provvedendo anche a rinverdire lo staff attraverso la sostituzione di alcuni membri del personale ma, sopratutto, facendo chiarezza sui meccanismi decisionali e sul controllo finanziario delle leghe calcistiche professionali
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