venerdì 2 dicembre 2011

Li Keqiang: "Il settore sanitario necessita di nuove misure"


I progressi fatti nel settore sanitario sono buoni, ma non sufficienti. Il governo cinese aumenterà il livello delle franchigie per i piani di assicurazione medica nelle zone urbane e rurali: lo ha dichiarato il vice premier Li Keqiang, durante un incontro sull'assistenza sanitaria- convocato dal Consiglio di Stato- tenutosi martedì scorso a Pechino. Il programma di riforma ha lo scopo di consentire a tutti i cittadini di prendere parte ai piani di assicurazione medica, garantendo l'accesso universale ai servizi sanitari di base.

Attualmente l'assicurazione medica copre 1,29 miliardi di persone, circa il 95% della popolazione nazionale, mentre dal 2009 ad oggi  i prezzi delle medicine di base sono calati in media del 16,9%, scrive il China Daily.
E' dall'aprile di due anni fa che il governo cinese sta rimaneggiando il settore sanitario con l'obiettivo di colmarne le numerose lacune, e di arrestare l'ondata di pubbliche rimostranze che lamentano l'inadeguatezza del sistema.

La garanzia delle cure primarie e la riforma degli ospedali pubblici sono i pilastri di questa revisione in toto dell'health care; il sistema della medicina essenziale richiede ai medici di prescrivere soltanto farmaci di base, i quali vengono venduti a prezzi e modalità di commercializzazione standardizzati.
Il vice premier ha affermato che le riforme verranno estese a livello di villaggio attraverso il coinvolgimento di ambulatori pubblici e strutture private, sottolineando, inoltre, il ruolo chiave ricoperto dalle strutture ospedaliere di contea. Li non ha esitato ad osservare come il governo cinese dovrebbe potenziare i servizi sanitari attraverso l'applicazione di mezzi concertati.

Nel 2003 Pechino ha avviato un ambizioso programma di riforma del sistema sanitario destinato a concludersi nel 2020 e incentrato su alcuni punti cardine quali: la priorità della prevenzione e delle aree rurali, una maggior equità ed efficacia grazie al coordinamento tra meccanismi di mercato e ruolo guida del governo, e l'integrazione tra medicina occidentale e Medicina Tradizionale Cinese. Per l'implementazione della riforma, nel triennio 2009-2011, le autorità hanno incrementato il bilancio ordinario della sanità, iniettando 850 miliardi di yuan extra, pari a circa 100 miliardi di euro. Tali risorse sono destinate a finanziare il potenziamento del servizio di salute pubblica, il miglioramento delle infrastrutture e della gestione ospedaliera, con un particolare occhio di riguardo all'incentivazione dell'uso dei farmaci essenziali.

Volendo quantificare i progressi ottenuti dal settore, 830 ospedali di contea, 1.900 centri sanitari di township, oltre 1.250 centri di salute di quartiere urbani, e 8.000 ambulatori di villaggio sono stati ristrutturati o costruiti ex-novo dall'inizio delle riforme sino al 2010. Notevoli passi avanti anche nel campo della prevenzione, con l'inizio dell'immunizzazione contro il virus dell'Epatite B per 28 milioni di cinesi al di sotto dei 15 anni, e nella gestione ospedaliera grazie all'avvio di progetti pilota in sedici aree urbane. Nelle campagne, la  copertura del nuovo Schema Medico Cooperativo Rurale ha raggiunto il 94% della popolazione e il premio assicurativo minimo annuale è stato innalzato a 140 yuan pro-capite (poco più di 16 euro).

Tanto è stato fatto, ma tanto rimane ancora fare. Proprio pochi giorni fa una dozzina di malati di Aids e i loro familiari hanno presentato una petizione al ministero delle Finanze per sollecitare gli aiuti stabiliti dal governo centrale- e mai arrivati- per i bambini affetti da Hiv/Aids. Secondo le linee guida pubblicate dal ministero degli Affari Civili nel 2009, le autorità sono obbligate a fornire adeguate cure mediche, istruzione e assistenza finanziaria ai bambini malati attraverso un contributo mensile di 600 yuan (circa 70 euro). Ma a causa dell'incapacità del governo nella gestione dei costi, molte famiglie delle province dello Henan e dello Hubei di questi sussidi non hanno visto nemmeno l'ombra (link).

A.C

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