Come un gamberetto in balia di due balene. Il vecchio detto coreano torna attuale mentre si inasprisce la competizione tra Pechino e Mosca nell'estremo nordest, impegnate ognuna per sé nello sviluppo di due aree limitrofe nel porto nordcoreano di Rajin.
Il 22 settembre Russia e Corea del Nord hanno festeggiato il completamento dei lavori di riparazione della tratta Kashan-Rajin; 54 chilometri di strada ferrata che collegano il distretto costiero russo al porto centro nevralgico della zona economica speciale di Rason, stabilita dal governo di Pyongyang nel 1991. Secondo la joint venture stipulata nel 2008 tra la Russian Railways Traiding House e il porto di Rajin, Mosca detiene il diritto d'uso per 49 anni sulla linea ferroviaria e una delle tre banchine del porto di Rajin, la numero 3. L'area portuale di competenza russa, che copre una superficie di 147mila metri quadri, starebbe beneficiando di investimenti per 2,2 miliardi di rubli (66 milioni di dollari), riportano fonti dell'Asahi Shimbun.
I lavori, cominciati nell'ottobre dello scorso anno, hanno interessato la ripavimentazione in calcestruzzo della banchina e l'installazione di serbatoi di carburante e gru su rotaie per il trasporto del carbone. Inoltre l'aumento della profondità del fondale intorno al molo (da 9 a 12 metri) dovrebbe agevolare l'accesso alle navi di grandi dimensioni, tanto che si stima che, una volta completato -entro gennaio se tutto andrà come da programma-, il pontile n°3 sarà in grado di gestire 4 milioni di tonnellate di merci l'anno.
Nei piani di Mosca lo snodo marittimo di Rajin e la linea ferroviaria Russia-Corea del Nord, che conduce direttamente alla Transiberiana, rappresentano due tasselli d'importanza fondamentale nello sviluppo di un'arteria commerciale tra Asia e Europa. Se non fosse che a pochi centinaia di metri, presso la banchina n°1, una società cinese, con base nella provincia del Jilin, si è a sua volta data da fare nella costruzione di magazzini e altre strutture per scaricare carbone sotto una concessione d'uso di 10anni.
Pechino, che da due anni sfrutta il porto del "far north-east" per trasportare carbone a sud, pare abbia già realizzato una strada che collega Rajin alla città di Hunchun, nella prefettura autonoma coreana di Yanbian, Jilin orientale. E, stando a fonti dell'Asahi Shimbun, il governo cinese avrebbe anche annunciato a Pyongyang l'intenzione di estendere i lavori alla costruzione di nuove banchine nell'area portuale.
Perché tanto da fare? Negli anni '90 Rajin ha rappresentato un importante punto di sbarco delle automobili giapponesi che attraverso la Corea del Nord raggiungevano il nordest della Cina per essere rivendute, mentre legname e altre risorse naturali facevano il viaggio in senso opposto fino al Sol Levante. Per comprendere la portata degli interessi in gioco, basti pensare che nel caso in cui la Cina perdesse l'accesso al porto nordcoreano le merci dovrebbero passare via terra attraverso le regioni di Jilin e Heilongjiang fino al porto di Dalian, per quasi 1000 chilometri. Non desta dunque stupore la solerzia con la quale il Dragone si sta adoperando a rendere gli scali marittimi nordcoreani importanti basi per il proprio import-export. Senza calcolare la possibilità che un giorno possano venire utilizzati per scopi militari, avvertono certuni.
E mentre i rapporti tra Pechino e il Paese eremita rimangono saldi pur scricchiolando (proprio ieri la Cina ha vietato l'esportazione verso la corea del Nord di alcune merci e tecnologie atte allo sviluppo di armi nucleari), Mosca, dalla sua, sembra spingere verso un riavvicinamento al regime di Kim Jong-un. Per riannodare le relazioni, precipitate dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, ora la Russia cerca la strada della collaborazione. E lo fa proprio a Rajin, impegnandosi nello sviluppo congiunto dell'importante scalo marittimo.
Nonostante, a circa un ventennio dalla sua inaugurazione, la Zes di Rason abbia decisamente disatteso le aspettative, il potenziale di Rajin come hub commerciale rappresenta una prospettiva sempre più allettante per il governo nordcoreano gravato dalle sanzioni internazionali, scrive il China Daily.
In occasione di un vertice, nel 2001, l'allora leader Kim Jong-il e Vladimir Putin accettarono di ristabilire il collegamento ferroviario come parte di un progetto comune che includeva un terminal container a Rajin. I lavori cominciarono sette anni più tardi con l'intento di inglobare la tratta tra Kashan e lo scalo nordcoreano nella "Iron Silk Road", una linea ferroviaria che attraversasse Asia e Europa con tanto di collegamento tra Nord e Sud Corea. Piano, quest'ultimo, deragliato a causa della volatilità dei rapporti tra Seul e Pyongyang.
"Ci aspettiamo un'implementazione positiva di questo progetto pilota per avviare in futuro una più ambiziosa cooperazione che colleghi la Transiberiana alla linea transcoreana" ha commentato all'inizio di settembre il vice ministro degli Esteri russo Igor Margulov, in occasione del 65esimo dalla fondazione della Repubblica democratica popolare di Corea "Ma questo necessiterebbe certamente una maggiore collaborazione con il partner del Sud".
(Per approfondimenti sul porto di Rajin:Rajin-Sonbong, A Strategic Choice)
(Per approfondimenti sul porto di Rajin:Rajin-Sonbong, A Strategic Choice)
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