martedì 6 maggio 2014
Esperimenti economici nel Delta del Fiume delle Perle
Oltre 1000 chilometri quadrati per «attraversare il fiume tastando le pietre». Dopo sei mesi di studi sulla fattibilità del progetto, in Cina una nuova zona di libero scambio potrebbe presto vedere la luce nel Delta del Fiume delle Perle, la culla del manifatturiero cinese. Si tratterebbe di una zona sperimentale comprendente le regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao con le tre zone pilota della provincia meridionale del Guangdong Qianhai (nella città di Shenzhen) l'isola di Hengqin (a Zhuhai), e Nansha (distretto di Canton). Qui «investitori e residenti avranno vita facile come nell'ex colonia britannica», promette Zhu Xiaodan, Governatore del Guangdong, il quale alcuni giorni fa ha annunciato di aver riscontrato 'feedback positivi' da parte di Pechino. Senza rilasciare informazioni dettagliate, si è poi limitato ad auspicare la realizzazione del progetto in tempi brevi: «Spero non dovremo aspettare fino alla fine dell'anno».
L'idea era stata lanciata nel 2012 dal neosegretario del Partito del Guangdong, Hu Chunhua, a sole due settimane dall'approvazione da parte del Consiglio di Stato della Free Trade Zone di Shanghai. Primo membro del Politburo a proporre ufficialmente l'integrazione tra la provincia meridionale cinese e le due regioni amministrative speciali, forte dei precedenti autorevoli. Prima di lui il vicepremier Wang Yang, ex capo del Partito del Guangdong, aveva caldeggiato una maggiore interconnessione tra le varie economie concentrate nel Delta del Fiume delle Perle, avvertendo: «Sulla scia del rapido sviluppo delle altre aree della mainland, la regione rischia di venire surclassata se non riesce ad andare avanti». Il progetto ha poi ricevuto un'ulteriore spinta quando durante il Terzo Plenum del Partito dello scorso novembre la dirigenza ha rimarcato l'esigenza di riformare il sistema finanziario e riconoscere al mercato un «ruolo decisivo nell'allocazione delle risorse». A sei mesi dal taglio del nastro della FTZ di Shanghai, anche Tianjin, Qingdao e Xiamen si candidavano a zone pilota. (Segue su L'Indro)
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