Non solo porti, ma anche linee ferroviarie e infrastrutture aeroportuali. La Cina cementa la partnership con Atene e aggiunge un altro mattone al proprio avamposto occidentale. La tre giorni del premier cinese Li Keqiang in Grecia non ha fatto altro che confermare il sostegno di Pechino al Paese più debole dell'Eurozona, mantenuto a galla grazie ai prestiti di Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale. L'ultima tranche di accordi vale 3,4 miliardi di euro e spazia dai prestiti delle banche cinesi per la realizzazione di almeno 10 imbarcazioni alla costruzione di parchi ad energia solare, passando per il commercio di prodotti agroalimentari. «Le due economie sono complementari», ha scritto Li alcuni giorni fa sul quotidiano locale 'Kathaimerini', «la Grecia sta accelerando le privatizzazioni e la costruzione di infrastrutture. La Cina vuole che le sue imprese ben consolidate svolgano un ruolo attivo in questo processo». E Pechino sa come tirare acqua al proprio mulino: nel 2011 i due Governi hanno istituito un fondo comune da 10 miliardi di dollari per offrire agli armatori greci prestiti a basso interesse, a condizione che le navi vengano costruite nei porti del Regno di Mezzo.
Ma al di là della retorica, i numeri evidenziano un volume di affari tra i due Paesi estremamente basso. Secondo alcuni dati forniti dalla Camera di Commercio e dell’Industria greco-cinese, i rapporti bilaterali nel 2011 si aggiravano sui 3,25 miliardi di euro e l'anno successivo rappresentavano solo lo 0,6% del totale degli scambi tra Cina e UE. Sembrerebbe, quindi, piuttosto evidente che l'attrazione del Dragone per Atene sia strettamente in funzione di un riposizionamento degli interessi cinesi nel 'Mare Nostrum' . Scambi virtuosi a parte. (Segue su L'Indro)
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