lunedì 9 ottobre 2017

In Cina e Asia


National Day: 705 milioni di viaggi per 87 miliardi di dollari

Secondo la China National Tourism Administration, quest’anno le vacanze per la fondazione della Repubblica popolare — dall’1 all’8 ottobre — hanno visto un numero record di viaggi: 705 milioni, di cui 663 milioni nei primi sette giorni, ovvero un +12%. Una migrazione di massa che ha generato l’equivalente di 87,7 miliardi di dollari. A destare interesse non è solo la quantità ma anche la modalità dei trasferimenti. Circa il 40% degli spostamenti è avvenuto in treno, grazie all’espansione della rete ferroviaria superveloce che ormai copre tutte le province tranne Ningxia e Tibet. L’altro mezzo “rivoluzionario” è la cara vecchia bici, riportata in auge dalla recente esplosione di servizi di bike sharing come mezzo privilegiato per i tragitti urbani. Secondo la società Ofo, durante il National Day l’utilizzo delle due ruote è cresciuto del 15%. Di conseguenze le emissioni inquinanti sono diminuite di 78mila tonnellate.

Anticorruzione: 1,34 milioni di funzionari sanzionati in quattro anni


Dal 2013 a oggi, la Commissione centrale per l’ispezione della disciplina ha sanzionato 1,34 milioni di quadri, di cui 648.000 a livello di villaggio. La maggior parte dei casi di corruzione riguardano malefatte di piccola entità, sebbene non siano mancati arresti eccellenti (250). Nel mese di agosto ha finire sotto inchiesta è stato lo stesso capo del comitato anticorruzione del ministero delle Finanze, mentre pochi giorni fa la campagna di bonifica è tornata a picchiare duro nei ranghi dell’esercito. In questi giorni 120 membri della Commissione andranno in pensione aprendo la strada ad un massiccio rimpasto durante il Congresso del Pcc, che comincerà il 18 ottobre.

Secondo gli analisti, mentre l’opera di pulizia continuerà sulla stessa strada, a finire nella rete saranno sempre più “mosche” e sempre meno “tigri”. Gli sforzi verranno probabilmente istituzionalizzati grazie all’istituzione di una supercommissione che dovrebbe mediare tra la CCDI (che è un’agenzia di Partito) e i dipartimenti anticorruzione statali velocizzando la risoluzione dei casi. Rimane da vedere che fine farà il potente Wang Qishan che fin’oggi ha diretto la campagna per conto di Xi Jinping. Secondo una regola non scritta il potente funzionario dovrebbe lasciare il suo incarico per sopraggiunti limiti d’età al termine del Congresso, ma la fedeltà a Xi potrebbe valergli una conferma. intanto tra i papabili sostituti si fa strada il nome di Li Zhanshu, capo dello staff del Partito e braccio destro del presidente.

Corea del Nord: La sorella di Kim promossa nel ghota del partito

Nel weekend Kim Jong-un ha nominato la sorella Kim Yo Jong (28 anni) membro supplente dell’ufficio politico del comitato centrale del Partito, il ghota del potere nordcoreano. E’ da quando il giovane leader ha fatto giustiziare lo zio filocinese Jang Song Thaek che la ragazza ha acquisito visibilità, diventando — insieme alla moglie di Kim — la donna più potente della famiglia, falcidiata da lotte di potere. Proprio in questi giorni si sta tenendo il processo contro le due giovani donne, indonesiana e vietnamita, accusate di aver assassinato il fratellastro di Kim per suo conto.

Il meeting politico di domenica ha inoltre fatto da sfondo alla riaffermazione del programma nucleare come “l’unico deterrente forte” contro Trump, che nel weekend, in uno dei suoi tipici tweet ermetici, ha evasivamente dichiarato che “solo una cosa funzionerà” nei rapporti con la Corea del Nord, sebbene sono sia chiaro quale essa sia. Dopo i test missilistici e nucleari del 3 e 15 settembre, nuove provocazioni si attendono con l’avvicinarsi del 10 ottobre,data della fondazione del Partito dei Lavoratori. Il governo nordcoreano potrebbe addirittura decidere di aspettare il 18 ottobre, quando a Pechino si apriranno i lavori per il 19esimo Congresso del Pcc per mandare un messaggio forte al vecchio alleato. Nei giorni scorsi il parlamentare russo Anton Morozov di ritorno da Pyongyang ha affermato di essere stato ragguagliato su un prossimo test missilistico a lungo raggio capace di colpire la west coast americana.

Myanmar: finito il cessate il fuoco, l’Arsa allunga un ramo d’ulivo

Oggi alle 24 ora locale scadrà il cessate il fuoco introdotto unilateralmente dall’Arsa, il gruppo di militanti rohingya, un mese fa. “La pausa è stata condotta al fine di consentire agli attori umanitari di valutare e rispondere alla crisi in Arakan (Rakhine),” hanno spiegato i militanti via Twitter nel weekend, aggiungendo che ogni sforzo per la pace da parte del governo “verrà ben accolto e ricambiato”. Nessuna nuova minaccia di violenze quindi. Tuttavia, in mancanza di una risposta ufficiale, rimane presumibilmente valida l’affermazione con cui tempo fa il portavoce del governo birmano ha escluso la possibilità di “negoziare con i terroristi”. Da quando è scattata la tregua la situazione nello stato occidentale è parzialmente migliorata, sebbene siano oltre 500mila le persone fuggite oltre il confine con il Bangladesh anche grazie al “passaggio sicuro” fornito dai ribelli. Reclutatori dell’Arsa intervistati da AFP hanno affermato di aver trovato centinaia di rohingya disposti a tornare nel Myanmar per combattere. Ma per molti altri l’unico obiettivo è il ritorno alla pace.

Giovedì, il ministro delle costruzioni U Win Khaing ha riferito durante un forum Asean che il Myanmar è ben contento di aprire le porte a investimenti esteri (sopratutto cinesi e giapponesi) in grado di portare progresso — e quindi stabilità sociale — nello stato Rakhine.

(Pubblicato su China Files)

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