venerdì 6 luglio 2018
In Cina e Asia
Pechino si prepara alla “guerra commerciale più grande della storia”
Gli Stati Uniti sono responsabili della “più grande guerra commerciale della storia”, “ in violazione alle regole della WTO”. Non si è fatta attendere la risposta del ministero del Commercio cinese alla decisione di Trump di colpire la Cina con tariffe del 25% su prodotti per 34 miliardi di dollari (e potenzialmente estendibili a un totale di 500 miliardi), diventate effettive a mezzanotte ora americana. Per Pechino — che starebbe preparando non meglio specificate “contromisure necessarie” — i dazi “mettono a rischio la catena del valore e di approvvigionamento globale.”
Mentre la misura è mirata a punire il presunto furto di proprietà intellettuale perpetrato dalle aziende cinesi, se la guerra commerciale si dovesse concludere qui, le ripercussioni sulla seconda economia mondiale sarebbero minime: secondo Bloomberg Economics , la Cina rallenterebbe la propria crescita di 0,2 punti nel 2019. Ma se le ritorsioni incrociate dovessero portare a un’escalation, il prezzo da pagare potrebbe salire a mezzo punto percentuale.
I danni non sarebbero limitati alle due superpotenze. Se le esportazioni cinesi diminuissero del 10%, a risentirne sarebbero anche Taiwan, Malesia e Corea del Sud e tutti quei paesi attivi nella produzione di semiconduttori e beni intermedi utilizzati per la produzione di “made in China” destinato al mercato statunitense. Stando al ministero del Commercio, circa 20 dei 34 miliardi di beni cinesi su cui gli Stati Uniti implementeranno le tariffe sono in realtà realizzati da società straniere, aziende americane incluse.
Ombre cinesi sulla Silicon Valley
Mentre gli Stati Uniti innalzano paletti contro le acquisizioni cinesi negli States, la lunga mano di Pechino continua ad estendersi silenziosamente nel cuore dell’innovazione a stelle e strisce. Secondo fonti della Reuters, più di 20 società di venture capital operanti nella Silicon Valley hanno stretti legami con un fondo governativo o un’azienda statale cinese. Segno che il trasferimento di tecnologia che tanto preoccupa Trump avviene in buona parte a livello di start up. La portata del fenomeno è riassunta dal caso di Danhua Capital — supportata dal governativo Zhongguancun Development Group —che ha investimenti in una società di gestione dati vicina alla US Air Force e al Dipartimento dell’Energia. Qualcosa potrebbe cambiare con una nuova legge volta a potenziare il U.S. government’s Committee on Foreign Investment in the United States (CFIUS), il comitato inter-agenzia incaricato di sorvegliare l’ingresso dei capitali esteri nelle società hi-tech e nelle infrastrutture critiche americane.
Mar cinese meridionale: isole disabitate aperte a progetti “patriottici”
Pechino sguinzaglierà i privati a sostegno della sovranità cinese nel Mar Cinese Meridionale. Secondo un documento del Department of Ocean and Fisheries of Hainan Province. la provincia cinese di Hainan, che amministra le acque nel Mar Cinese Meridionale, consentirà alle persone di utilizzare isole disabitate per scopi turistici e progetti di sviluppo per un massimo di 50 anni. Il lasso di tempo per l’utilizzo di un isola disabitata è di 15 anni per l’acquacoltura, 25 anni per fini turistici e di svago, 30 anni per l’industria mineraria e del sale, 40 anni per progetti assistenziali pubblici e 50 anni per porti e cantiere navale. L’utilizzo delle isole avverrà previo pagamento al governo locale. Come spiega sul Global Times Chen Xiangmiao, ricercatore del National Institute for the South China Sea “lo sviluppo delle isole disabitate servirà a mantenere la stabilità del Mar Cinese Meridionale e a dissipare i tentativi di altri paesi per invadere ed occupare la nostra sovranità territoriale”. Chiaro riferimento alle periodiche schermaglie tra Cina e vicini rivieraschi.
Pechino rafforza la sua presenza militare in Africa
Inaugurata nel 2017, la base di Gibuti — la prima di Pechino all’estero — potrebbe presto cedere l’attenzione mediatica a nuovi avamposti africani. Secondo CNBC, i segni evidenti vanno rintracciati nell’apertura di una struttura destinata al training delle forze armate fatta costruire a inizio dell’anno in Tanzania, dove la China Merchants Holdings aspira a mettere le mani sul mega porto di Bagamoyo. L’inaugurazione pochi giorni fa del del primo China-Africa Defense and Security Forum nella capitale cinese conferma una tendenza velocizzata dal disimpegno americano: negli ultimi anni Pechino ha scavalcato Washington quanto alla vendita di forniture militari nel continente.
Giappone: Giustiziato il leader del culto Aum Shinrikyo
L’ex leader di Aum Shinrikyo, il culto giapponese “della verità suprema” responsabile dell’attacco con il gas sarin messo a segno nella metropolitana di Tokyo nel 1995, è stato giustiziato questa mattina insieme ad altri sei membri. Chizuo Matsumoto (al secolo Shoko Asahara) era stato nel braccio della morte per oltre un decennio per l’attacco che ha ucciso 13 persone e ne ha ferite oltre 6000. Altri sei membri di Aum Shinrikyo sono stati giustiziati insieme al loro “guru”. Più di 20 anni di processi si sono conclusi nel gennaio 2018, quando la condanna a vita di Katsuya Takahashi è stata confermata dalla Corte Suprema. Tredici membri del culto sono finiti nel braccio della morte.
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