martedì 18 dicembre 2012

Il perdono può esacerbare la corruzione


                     
(Anche la polizia protesta contro la corruzione. Succede nello Shandong. Video comparso su Shanghaiist)

Sin dai primi passi come segretario generale del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping ha subito dedicato molta attenzione alla lotta contro la corruzione, da lui paragonata a "vermi che si nutrono di sostanze in decomposizione". Nelle scorse settimane sono stati varati provvedimenti per evitare gli sprechi dei manager delle imprese di Stato, ai quali è stata aggiunta una norma "anti-stravaganze" per evitare le spese inutili dei funzionari durante i loro viaggi all'interno del Paese. Il tutto per evitare che gli stravizi della casta possano alimentare lo sdegno popolare mettendo a repentaglio la stabilità sociale e politica. Senza pietà la Xinhua che in un editoriale del 18 dicembre, ripreso da altre testate cinesi tra cui , non concede il perdono ai quadri depravati.


(Non riesco più a ritrovare il testo sul quale mi sono basata, che non era quello della Xinhua. Alcune cose all'inizio sono differenti..).


Di fronte lotta alla corruzione, la ricerca di un perdono come compromesso, volto a promuovere progressi sostanziali nella riforma politica, può essere considerato un inutile "lambicarsi il cervello per trovare un soluzione". Non si può negare che il più grande ostacolo alla pubblicazione delle ricchezze dei funzionari provenga da quei funzionari che hanno qualche inganno da nascondere e abbattere questo ostacolo, evitando di diffondere timori nelle retrovie, può essere accettato come una sorta di 'politica dello struzzo' pragmatica. Ma ciò che potrebbe scaturire da questa strategia dei compromessi è sostanzialmente un danneggiamento del principio di imparzialità dello Stato di diritto. Il metodo discriminatorio utilizzato nell'amministrazione del potere pubblico mina quella lotta alla corruzione ormai da tempo intrapresa.

Promettere il perdono a chi ha infranto la legge non porterà giovamenti, anzi, rafforzerà il senso di fiducia dei funzionari, arrivando persino a causare la diffusione a macchia d'olio di casi di corruzione 'legalizzata'.
Ma, allora, la lotta alla corruzione ha o no bisogno della 'politica dello struzzo'? Sarebbe necessario dare un ampio giudizio sulle condizioni del Paese, restando fedeli ai criteri di base dello Stato di diritto. Il 'debito della corruzione' accumulato dalla Cina ha raggiunto livelli preoccupanti, le scorte ammassate, sempre maggiori, rischiano di rendere le proteste via via più agguerrite. In questo contesto, dare una via d'uscita a quei funzionari corrotti e avidi, tornati sulla retta via, potrebbe sembrare essere utile a mitigare la loro resistenza alla lotta alla corruzione. Il problema è che un pensiero così positivo in realtà finisce per sovrastimare la consapevolezza dei quadri corrotti. Per il momento non parliamo di quanti funzionari, raggiunta la redenzione, decidono di tornare alla giustizia, ne è importante nello specifico il modo in cui viene applicata l'amnistia. Partendo dall'analisi delle cause, a creare un terreno difficile per la lotta alla corruzione sono state principalmente l'assunzione di punizioni morbide e la mancanza di rigore e universalità nell'applicazione del codice penale. Alla luce delle falle emerse durante l'applicazione della legge, come la strategia del 'lasciare una via d'uscita' (ai quadri corrotti ndr) potrebbe non rivelarsi irrealistica?

La negligenza dimostrata nella supervisione della giustizia, così come nella gestione di casi di corruzione, ha condotto lo Stato di diritto ad una perdita di autorità e credibilità. Tollerare una volta il perdono, può minare alla base la lotta alla corruzione fino a spingere i funzionari a chiedere un 'sollievo temporaneo' per portare avanti le loro malefatte. Questa promessa di perdono, non migliorerà la situazione, anzi accrescerà il senso di fiducia dei funzionari, dando origine a sempre più casi di corruzione 'legalizzata'.

Il giusto corso della lotta alla corruzione consiste nel somministrare al malato la medicina appropriata, rimodellando l'autorità dello stato di diritto. E' bene risolvere il problema delle sacche di corruzione,  e lo è anche contenere la diffusione di nuovi casi, ma il punto centrale sta nel riuscire a tornare sulla via dello Stato di diritto, cosicché una legge penale ben ponderata e senza zone d'ombra possa dare una logica inevitabile a corruzione e responsabilità penali.
Forse grazie a questo potere dello stato di diritto che consiste "nell'afferrare la mano di chi ha rubato", quegli elementi corrotti saranno in grado di soppesare vantaggi e svantaggi. Allora alcuni decideranno spontaneamente di rigettare i profitti acquisiti con mezzi illegali.


 突破法治原则的“赦免”许愿,弄不好反会强化官员的侥幸心理,甚至衍生出更多“合法腐败”的漏洞来。
  基于当前严峻的反腐形势,“有条件赦免”企图以一种有限妥协的方法,推进政治体制改革的实质进展,可谓用心良苦。不可否认,官员财产公开最大的阻力来自有猫腻的官员,通过免除部分官员的后顾之忧来分解这种阻力,不失为务实的“鸵鸟政策”。但是这种妥协的背后,在根本上容易伤害法治的公平性原则,法律对公权治理区别对待,给长远的法治反腐带来损害。

  反腐究竟需不需要“鸵鸟政策”?这需要充分的国情判断,也需要坚守法治的底线标准。如建议者所言,我国的“腐败呆账”比较严重,存量越来越大致使抵抗也越来越顽强。在这种背景下,对那些将全部贿赂匿名清退的贪官“网开一面”,看似能减轻他们对反腐败的抵抗。问题是,如此良好的愿望似乎高估了腐败官员的自觉性。暂且不谈有多少官员会自觉清退,也不论“赦免”的具体可操作性;单从原因分析,造成今日反腐严峻形势,根本上就是由于惩治偏软,没有确立起刑事执法的普遍性、严密性。在执法已存偏漏的情况下,再行“网开一面”的方案,岂不是“与虎谋皮”?

  对权力缺乏常态化的法治监督,对腐败案件查处的疏漏让法治缺乏权威性和公信力。一旦容忍“赦免”,便会在社会上造成反腐底线的突破,甚至怂恿更多的官员为求“一时之需”而先行贪腐。这种突破法治原则的“赦免”许愿,弄不好反会强化官员的侥幸心理,甚至衍生出更多“合法腐败”的漏洞来。

  反腐的正途就是对症下药,重塑法治的权威。解决旧的腐败存量也好,遏制新的腐败增量也罢,关键是要回归到法治轨道上,以严密无缺的刑事执法确立起腐败与罪责的必然逻辑。或许在这种“伸手必被捉”的法治威力下,那些腐败分子才会权衡利弊,生出几分主动退赃的自觉性来。(傅达林)

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