giovedì 20 dicembre 2012

Maya, sette religiose e persecuzioni


La fine del mondo è vicina. In Cina sono in molti a pensarlo. Troppi per il Partito che ha già proceduto all'arresto di circa 1.000 membri della 'Chiesa di Dio Onnipotente', setta che va predicando l'imminente giorno del giudizio universale e la reincarnazione di Gesù Cristo nel corpo di una donna cinese.

Il gruppo, come riportano i media locali, è stato accusato di diffondere messaggi apocalittici, apparentemente, ricollegandosi alla predizione dei Maya che individua nel prossimo 21 dicembre l'ultimo giorno per il pianeta Terra. Secondo la profezia della 'Chiesa di Dio Onnipotente', considerata una congregazione cristiana eretica, seguiranno tre giorni di buio totale e una nuova Era, scandita da calamità naturali quali terremoti e tsunami, avrà inizio. Una sorte -avvertono i seguaci- alla quale si può sfuggire soltanto eliminando 'il Grande Drago Rosso', che nella simbologia della setta starebbe a indicare niente meno che il Partito, caricando di forti significati sovversivi il movimento. 

La diffusione di questo 'culto malvagio', come è stato bollato dalla stampa d'oltre Muraglia, ha innescato un giro di vite su tutto il territorio nazionale. 350 sono finiti dietro le sbarre nella provincia sud-ovest del Guizhou, oltre 400 nel Qinghai, regione nord-occidentale, dove sono stati confiscati più di 5000 oggetti illegali, tra dvd, volantini, libri, pc e cellulari, ai quali vanno aggiunti arresti di minore entità anche in altre aree del Paese. Per evitare che il culto si propaghi ulteriormente, la macchina della propaganda ha impartito ai media nazionali l'ordine di "rafforzare una guida positiva delle notizie e di evitare la diffusione di rumors, cercando inoltre di lavorare sui sentimenti di panico", come scandisce un leak intercettato e pubblicato dal sito China Digital Times. Le parole 'Dio Onnipotente' e 'Lampo d'Oriente', altro nome con il quale è conosciuta la setta, risultano bloccate sul Twitter cinese Sina Weibo.

Gli organi d'informazione statali, tra i quali il China Yought Daily, hanno condannato il gruppo, sottolineando come esso faccia uso di pratiche spaventose, come la richiesta ai membri femminili di "sfoderare tutto il loro sex appeal per attrarre nel gruppo nuovi adepti". Tra le esche adottate anche promesse di droga e denaro.

Nata nei primi anni '90 nella provincia dello Henan, la 'Chiesa di Dio Onnipotente' è rimasta nell'ombra per lungo tempo data l'intolleranza dimostrata dal governo verso le congregazioni religiose non ufficiali. Tanto da spingere il suo padre fondatore Zhao Weishan a lasciare la Cina dodici anni fa per cercare asilo negli States. 

"Dicono che la Bibbia sia superata" ha spiegato al Guardian uno dei leader di una chiesa di Pechino non riconosciuta dal governo "sono convinti che la loro interpretazione meglio si adatti alla cultura cinese, cosicché risulta più facile per i cinesi comprendere ciò che vanno predicando". 
Per Hu Xingdou, esperto di società cinese  ed economista presso il Beijing Institute of Technology, come si esce dalle grandi città è piuttosto frequente riscontrare la formazione di piccoli gruppi religiosi. Colpa del vuoto etico creato dal degrado morale e della corruzione dilagante. "La corruzione è terribile, il divario di ricchezze enorme: tutti vogliono soltanto fare più soldi. Queste brutte cose stabiliscono le condizioni ideali per la diffusione di un culto" ha spiegato Hu. 

Alla proliferazione di credenze, ritenute minaccia per la stabilità politica e sociale del Paese, il Partito  risponde da sempre con il pungo di ferro. Nel caso della 'Chiesa di Dio onnipotente' non è ben chiaro quale dipartimento governativo abbia orchestrato la catena di arresti degli ultimi giorni. Secondo quanto denunciato dalle organizzazioni per la difesa dei diritti umani, le autorità cinesi gestiscono una rete capillare di agenzie extragiudiziali che agiscono in maniera poco trasparente nella repressione di dissidenti e gruppi religiosi. Più nota tra queste l'Ufficio 610, istituito nel 1999 per tenere sotto controllo la setta spirituale della Falun Gong, ritenuta illegale dopo una protesta silenziosa che radunò migliaia di seguaci davanti a Zhongnanhai, quartier generale del Pcc. 

"Sebbene la Falun Gong rimanga l'obiettivo primario, a questa ora si sono aggiunte la 'chiesa sotterranea', i buddhisti e altre sette religiose e spirituali" si legge nel rapporto sull'Ufficio 610 stilato nel 2011 dalla Jamestown Foundation, think tank con base a Washington "oggi, sulla base di quanto estrapolato dai siti web delle amministrazioni locali a livello distrettuale, crediamo che l'Ufficio impieghi almeno 15mila funzionari". 

Il Regno di Mezzo ha una lunga tradizione di movimenti millenaristi in chiave antigovernativa. Verso la metà del XIX a scuotere il Paese fu il 'Regno Celeste della Grande Pace', setta cristiana sincretista guidata da Hong Xiuquan, autoproclamatosi fratello minore di Gesù Cristo. Il movimento, impegnato in una radicale riforma sociale, viene comunemente ritenuto uno dei fattori destabilizzanti che hanno condotto alla caduta dell'ultima dinastia cinese, quella dei Qing. 

Una pagina della storia nazionale che il regime cinese deve aver tenuto bene a mente nella sua maniacale ricerca della 'stabilità a tutti i costi', perseguita rinforzando l'apparato di sicurezza interna, il cui budget nel 2011 ha superato quello destinato all'Esercito. 

In teoria la Costituzione cinese garantisce la libertà di culto, ma dagli anni '50 le relazioni tra il Dragone e la Chiesa hanno visto un rapido declino con l'espulsione del nunzio apostolico Antonio Riberi: i rapporti diplomatici tra Pechino e il Vaticano sono congelati dal 1951, anno in cui la Santa Sede riconobbe l'indipendenza di Taiwan, per Pechino nient'altro che una 'provincia ribelle'. Da quel momento il governo cinese dide il via alla pratica delle ordinazioni autogestite. In altre parole, l'Associazione patriottica cattolica cinese, incaricata di gestire i rapporti tra la Cina e i cattolici, riconosce l'autorità spirituale del Papa ma non il suo potere di nominare i vescovi. Fattore che ha innescato un lungo braccio di ferro con il Vaticano, culminato alcuni giorni fa nell'esautorazione di Mons. Taddeo Ma Daqin, uscito dall'Associazione il giorno della sua ordinazione dopo aver rifiutato, in obbedienza al Papa, la comunione con un vescovo scomunicato.

La stretta sui movimenti religiosi si è fatta più serrata a partire dalla primavera del 2011, sulla scia della psicosi post-rivolta dei gelsomini cinesi; una protesta ispirata a quanto avvenuto nei Paesi del Maghreb, ma di fatto ridottasi ad un gruppo di manifestanti anonimi e ad alcuni appelli su internet. Secondo quanto riportato da AsiaNews, il 10 aprile dello scorso anno circa 200 cristiani sono finiti in manette nel distretto pechinese di Haidian, per aver tentato di celebrare una liturgia in una piazza pubblica. L'episodio diede il via ad una lunga sequela di arresti per la Chiesa di Shouweng, una delle diocesi più importanti del Paese che conta oltre mille membri.

Un comunicato di sedici pagine, emesso il 15 maggio 2011, ma reso noto solo questo mese dall'ong texana ChinaAid, utilizza un linguaggio da guerra fredda nel denunciare una cospirazione attuata da "forze ostili d'oltremare". Queste 'talpe', infiltrate nei campus universitari cinesi con il pretesto di semplici scambi culturali, utilizzerebbero in realtà la religione per "occidentalizzare e dividere la Cina". Come suggerisce il documento -citato dal Washington Post- nonostante i timidi segnali di una crescente tolleranza religiosa negli ultimi decenni, il Partito continua a nutrire forti sospetti verso ogni tipo di culto, considerato una potenziale leva volta a scardinare l'autorità del regime. Ancora più pericolosa se maneggiata dall'Occidente.

Nel 1999 il Dipartimento di Stato americano ha definito la Cina "un paese particolarmente preoccupante" per quanto riguarda "gravi violazioni della libertà religiosa". E con una transizione del potere in pieno svolgimento e una nuova leadership in cerca di credibilità/stabilità, sono molti a credere che la politica della repressione non smetterà in tempi brevi.


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