(Al Jazeera intervista Victor Gao, direttore di China National Association of International Studies, Dimitry Babich, politologo di Russia Profile e Roderic Wye, analista di Catham House e senior fellow del China Policy Institute dell'Università di Nottingham. Consiglio una bella analisi su China-Us Focus e l'intervista a Leonid Savin su Eurasia)
"Penso che sia molto lusinghiero per la Russia avere il nuovo leader cinese (il neo presidente Xi Jinping, ndt) qui...ma non direi che Cina e Russia vogliano formare un qualche tipo di asse, o Dio non voglia, un'alleanza militare. Questo non avverrà per varie ragioni, principalmente, credo, perché se tale asse si formasse la Russia rappresenterebbe il partner più giovane, e questo tipo di sviluppo non si addice a Mosca al momento." (Dimitry Babich, analista politico della rivista Russia Profile)
Negli ultimi cinque anni il commercio bilaterale tra l'Orso e il Dragone è più che raddoppiato, arrivando a toccare nel 2012 83 miliardi di dollari. Eppure il volume degli scambi è ancora nettamente inferiore rispetto a quello che le due potenze conducono con altri Paesi: cinque volte minore rispetto agli "scambi virtuosi" Russia-Ue, e ancora più esiguo se comparato agli accordi commerciali stretti da Pechino e Washington. L'andamento però è crescente. Gas e oro nero daranno nuovo vigore ai rapporti tra il maggior produttore (Russia) e consumatore (Cina) al mondo di energia.
Sono stati firmati ben 15 accordi che abbracciano tutti gli indirizzi della cooperazione russo-cinese. In particolare e’ stato raggiunto un accordo su investimenti congiunti nello sviluppo delle infrastrutture e in altri progetti nell’Estremo Oriente. Gazprom russa e la cinese CNPC hanno firmato un memorandum sulle forniture di gas russo alla Cina, che prevede la costruzione di un gasdotto lungo la così detta via orientale, con spedizioni da 68 miliardi di metri cubi l'anno a partire dal 2018. Il capo di Gazprom, Aleksej Miller, ha informato che il contratto definitivo sara’ firmato gia’ entro l’anno in corso.
Anche la Rosneft ha firmato alcuni accordi con CNPC. Le forniture di petrolio greggio alla Cina saranno aumentate di oltre 3 volte. Le due societa’ intendono inoltre collaborare nello sviluppo di alcuni nuovi giacimenti della Siberia Orientale (La voce della Russia).
Non solo energia. I due Paesi hanno lavorato spalla a spalla nella Shanghai Cooperation Organization (SCO) e nel -così detto- G20, oltre ad essere membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed aver utilizzato il proprio potere di veto per bloccare le misure dell'Occidente nel conflitto siriano. Di più. 4700 km di confine condiviso e un obiettivo comune: accrescere la propria influenza regionale come contraltare al "pivot to Asia" degli Stati Uniti.
Nessun commento:
Posta un commento