Alla fine di marzo, la società francese GDF Suez ha reso noto il raggiungimento di un accordo per il trasferimento di LNG (Liquefied Natural Gas) dagli Stati Uniti a Taiwan; un'operazione che rivela la reale portata della rivoluzione energetica americana e la dislocazione geografica delle ambizioni dei colossi internazionali. GDF Suez, rifornita da sei Paesi differenti, è il primo importatore di LNG in Europa, il quarto gruppo mondiale (terzo per capitalizzazione con 86,7 miliardi di euro) nel gas e nell'elettricità tra le utilities quotate in Borsa, nonché la seconda utility del mondo.
L'intesa, siglata con la compagnia di Stato taiwanese CPC, prevede la vendita di 800 milioni di tonnellate di LNG all'anno per vent'anni a partire dal 2018. Il gas, in parte ricavato dallo scisto, fluirà dall'impianto della Cameron LNG, in Louisiana, dove il gigante energetico francese possiede 4 milioni di tonnellate di capacità di esportazione annua. Nei mesi scorsi la 'Reuters' aveva riferito di accordi simili tra GDF Suez e società giapponesi, cinesi e cilene, tuttavia il Vicepresidente della compagnia, Jean-Marie Dauger, ha definito la vendita a CPC «la prima di questo genere», spiegando che «contribuirà all'export di gas naturale -shale gas incluso- dagli Stati Uniti verso il mercato globale, aiutando a diversificare e a rendere più sicuro l'approvvigionamento energetico». Senza troppi giri di parole: «[l'accordo] rivela l'ambizione di GDF Suez di incrementare il proprio ruolo nell'Asia-Pacifico ed espandere la fornitura a lungo termine in una regione dove la domanda di LNG in futuro sarà elevata. Siamo lieti di essere tra i primi a esportare shale gas dagli States, stringendo rapporti di lunga durata con CPC e contribuendo a mantenere sicuri i rifornimenti in Asia». In realtà, come fa notare a 'L'Indro' Matteo Verda, dottore di ricerca dell'Università di Pavia e ricercatore associato dell'ISPI, nonché co-autore del focus trimestrale sulla sicurezza energetica per l'Osservatorio di politica internazionale (Parlamento e MAE), "le quantità sono modeste: parliamo di 1 miliardo di metri cubi all'anno, ossia meno di un quinto di quanto non importi l'Italia di solo GNL e circa il 5% dei consumi annuali di Taiwan".
Sebbene il valore dell'accordo non sia stato reso noto, secondo fonti dell'agenzia di stampa britannica, CPC nel corso del primo anno pagherà alla GDF Suez 12 dollari per milione di Btu; un prezzo scontato rispetto ai 16 dollari che normalmente si trova a sborsare in Asia, che come l'Europa, fissa i prezzi del gas naturale secondo contratti di lungo termine legati al costo del petrolio. Ora la possibilità di accedere al gas naturale intrappolato nelle formazioni rocciose, utilizzando la fratturazione idraulica o la perforazione orizzontale, hanno abbassato i prezzi di LNG americano a una frazione di quelli di altri Paesi. (Segue su L'Indro)
Numero gdf suez servizio clienti, è una ditta francese di generazione y distribuzione di elettricità, gas naturale e energie rinnovabbili.
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