1000 dollari di Singapore (800 USD) per 300mila contatti; 1 centesimo per nome, numero di cellulare, indirizzo di casa, email e shopping history di un ignaro internauta. Anche la Città dei leoni ha il suo Big Data, un mercato grigio in cui le carte d'identità elettroniche degli utenti vengono sottratte dai customer database e rivendute ai data broker a prezzi stracciati. I mandanti sono perlopiù commercianti e proprietari di piattaforme di e-commerce; le vittime privati acquirenti. Si tratta di un lavoro da 007 mirato a tracciare il profilo degli utenti, i loro gusti e desiderata. Una vera manna dal cielo per il mondo della pubblicità online.
A squarciare il velo che ammanta il settore è stato il sito 'Tech in Asia', contattato da un acchiappa dati che asserisce di possedere nel suo tesoretto 650mila dati sottratti da Deal.com.sg, 440mila da Reebonz e 400mila da Zalora. Groupon, Lazada e lo store online del lusso CloutShoppe rientrano tra gli spiati. E tutto ciò soltanto per quanto riguarda Singapore. Stando alla documentazione fornita da John Lee, questo il nome della' talpa', tra i presunti compratori di dati compaiono ChicKissLove, il sito di prodotti di bellezza Hermo e altre società pressoché sconosciuti alle nostre latitudini, ma molto in voga tra i frequentatori asiatici delle piattaforme di e-commerce.
"Le nostre vendite sono cresciute sensibilmente. La prossima volta vorremmo comprare il doppio dei dati" scrive via mail uno degli acquirenti che avrebbe siglato con Lee un accordo per l'acquisto di 900mila profili, circa un sesto della popolazione della Città-stato. (Segue su L'Indro)
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