martedì 27 marzo 2012

E' ancora Bo Xilai su WSJ e NYT


Continuano a fioccare le ipotesi sul coinvolgimento del businessmen britannico Heywood, morto lo scorso novembre in circostanze sospette, nel terremoto politico cinese. Un articolo pubblicato dal Wall Streeet Journal e amplificato dalla comunita’ di internet nella giornata di lunedi’, ha scatenato nuove congetture sulla possibilita’ di un’implicazione della famiglia Bo in affari sporchi.t
Sino a ieri le notizie sul misterioso Mr. Heywood erano piuttosto confuse, oggi probabilmente lo sono ancora di piu’. Ed e’ di nuovo Jeremy Page del WSJ ha fornire nuovi dettagli sull’identita’ del defunto.


Identikit di Heywood, le nuove “perle” del Wall Street Journal
Il nuovo tassello si chiama Hakluyt&Co, societa’ di consulenza strategica fondata nel 1995 da ex-spie dell’intelligence britannica MI6. Un portavoce della societa’ ha dichirato che il businessmen aveva fornito servizi a Hakluyt per un certo periodo di tempo, evitando tuttavia di chiarire di quali servizi si sia trattato. Secondo quanto dichiarato da Andy Browne, capo dell’ufficio di Pechino, a Deborah Kan di WSJ “Neil aveva una lunga storia nel settore della consulenza aziendale fornita alle societa’ occidentali operanti in Cina, e noi rientravamo tra queste societa’. Siamo molto dispiaciuti per la sua morte”. Tra le attivita’ svolte da Hakluyt rientrano servizi di business intelligence, due diligence e credit check.
Heywood, continua il WSJ, noto per essere un esperto di economia cinese, si sarebbe laureato alla Beijing Language and Culture University e avrebbe partecipato a diverse iniziative imprenditoriali tra societa’ straniere e cinesi, come nel caso dell’acquisto della Volvo da parte di Zhejiang Geely Holding Group Co. Avrebbe lavorato anche per Hl Consulting, societa’ cinese di consulenza finanziaria, ma cosa ci facesse nel mese di novembre a Chongqing e’ ancora un mistero. (Leggi su Wall Street Journal)

 “La Rivoluzione Culturale del nuovo Mao” secondo il New York Times
E mentre il WSJ continua a scavare nei retroscena della famiglia dell’ex segretario di Chongqing, l’altro colosso dell’informazione, il New York Times, sferra il suo attacco contro Bo Xilai proponendo un lungo e dettagliato articolo sul modus operandi del “nuovo Mao” durante la lotta antimafia sferrata nella megalopoli del Sichuan a partire dal giugno 2009. Vero e proprio “terrore rosso” quello messo in atto da Bo Xilai e dal suo braccio destro Wang Lijun durante la battaglia anticrimine. 4781 persone arrestate nell’arco di soli 10 mesi, tra cui funzionari di polizia, dirigenti d’azienda, giudici ecc…C’e’ chi ironizza sul fatto che soltanto ora il Partito stia cercando di fare luce su eventuali comportamenti illegali di Bo Xilai, solo ora dopo due anni di lotta contro la malavita condotta con ogni mezzo a disposizione. Gong Gangmo e Fan Qihang, accusati di una serie di crimini dei quali si sono dichiarati innocenti, hanno raccontato le torture subite durante quella che e’ stata definita da alcuni “una seconda Rivoluzione
Culturale”. (Leggi su New York Times)



Ombre d'oltremanica sul "caso Wang Lijun"

Un altro colpo di scena sembra aprire nuovi scenari sul siluramento di Bo Xilai, l'ex segretario di Chongqing destituito dal suo incarico lo scorso 15 marzo -secondo una registrazione privata- per aver tentato di proteggere alcuni familiari finiti sotto inchiesta.
Il governo britannico avrebbe chiesto di aprire un'indagine sulla morte sospetta di un uomo d'affari inglese potenzialmente legato alla famiglia Bo.

Neil Heywood, questo il suo nome, lo scorso novembre era stato trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo, a Chongqing. Al tempo le autorità locali avevano provveduto a cremare il corpo senza effettuare un'autopsia, attribuendo il decesso ad "un consumo eccessivo di alcol". Una tesi quanto meno bizzarra dato che, secondo persone vicine al defunto, Mr. Heywood sarebbe stato astemio.

"Abbiamo recentemente richiesto al governo cinese di riaprire le indagini sul caso, date le circostanze sospette della morte" ha dichiarato il portavoce dell'Ufficio stranieri di Londra, aggiungendo che le autorità "sono a conoscenza di voci e speculazioni, alle quali, tuttavia, non verrà necessariamente dato credito".

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la pedina Heywood potrebbe giocare un ruolo importante nella risoluzione dell'enigma Wang Lijun, il superpoliziotto e braccio destro di Bo Xilai, che nella notte tra il 6 e il 7 si era recato presso il consolato americano di Chengdu per ragioni non accertate.

All'inizio di febbraio Wang era stato rimosso dall'incarico di capo della polizia di Chongqing per essere destinato ad incarichi di secondo piano. Il quotidiano newyorkese, citando fonti anonime vicine al caso, riporta di un litigio tra l'ex-segretario di Chongqing e il superpoliziotto, il quale avrebbe attribuito il decesso di Heywood ad un avvelenamento. Ma non solo. Le stesse voci riportano che Wang avrebbe denunciato il coinvolgimento di Gu Kailai, seconda moglie del suo padrino politico, perché invischiata in una disputa d'affari con il misterioso signor Heywood.

Il puzzle comincia a prendere una nuova forma. Per diversi esperti di diplomazia, la visita di Wang Lijun presso il consolato americano potrebbe essere giustificata dal tentativo di far recapitare alle autorità statunitensi informazioni riguardanti gli scheletri nell'armadio della famiglia Bo. Vistosi messo alla porta dai funzionari di Washington per evitare la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, Wang sarebbe poi stato costretto a consegnarsi alle autorità cinesi, nelle mani delle quali si troverebbe tutt'ora.

Ma cosa centra Gu Kailai? Seconda moglie di Bo Xilai, Gu è nativa di Dalian, città del Liaoning  presso la quale l'ex re di Chongqing era stato sindaco tra il 1993 e il 2002. Dopo aver studiato legge e politica internazionale, aveva fondato lo studio legale Kailai, facendo carriera grazie ad alcuni casi di alto profilo. Autrice di libri di grande popolarità quali "Winning a Case in the United States", si dice sia stato il primo avvocato cinese a vincere una causa civile negli Usa.
Di lei aveva parlato Bo stesso pochi giorni fa durante la sessione annuale dell'Assemblea Nazionale del Popolo, sua ultima apparizione pubblica prima della destituzione dall'incarico di segretario di Chongqing.
"Rimane essenzialmente a casa a sbrigare faccende domestiche per me. Sono molto toccato dal suo sacrificio" aveva raccontato Bo spiegando come la moglie avesse abbandonato la sua carriera da due anni.

Per quanto riguarda l'identikit del defunto Mr. Heywood, amici e conoscenti lo descrivono come un uomo d'affari e consulente indipendente, legato alla famiglia di Bo Xilai forse in qualità di organizzatore di meeting e addetto alla gestione del business familiare. Con un passato come direttore non esecutivo di una concessionaria locale dell'Aston Martin, secondo quanto affermato dal portavoce dell'ambasciata inglese, non aveva lavorato per il governo britannico in tempi recenti.

I funzionari d'oltremanica hanno dichiarato di non essere a conoscenza di nulla di strano nella relazione del medico: "non c'era nessuna ragione di avere sospetti circa la sua morte", hanno affermato, sottolineando come la famiglia del defunto non avesse lamentato il modo in cui era stata condotta l'indagine dalla polizia locale.
Intanto il portavoce dell'ambasciata Usa si è astenuto dal commentare le voci che vedrebbero nella fuga di Wang Lijun presso la sede diplomatica americana un tentativo di rivelare segreti sul caso.

Bocca cucita anche tra la diplomazia britannica circa il coinvolgimento di Washington nella morte di Heywood. "Abbiamo sollevato la questione alle autorità cinesi, chiedendo di indagare a fondo. La risposta ci verrà data più avanti" è tutto quello che hanno fatto sapere dall'ambasciata inglese.

Lo scoop lanciato da Jeremy Page del Wall Street Journal getta nuove ombre sulla città di Chongqing e sul suo ex-imperatore rosso. Mentre l'opinione pubblica continua a ricamare sul caso, avanzando pronostici circa il futuro di Bo Xilai, da settimane milioni di utenti internet infiammano la rete con congetture di ogni genere, culminate il 19 marzo con un'ipotesi “colpo di Stato” mai confermata.

(Pubblicato su Dazebao)

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