sabato 24 marzo 2012
Ai Weiwei: "Il mondo deve sapere..."
"C'è un forte bisogno che il mondo capisca la Cina". Così Ai Weiwei rompe di nuovo il silenzio e lo fa rilasciando un'intervista a CBCradio, la più lunga da quando lo scorso giugno è stato rimesso in "libertà" dopo 81 giorni di detenzione. La scorsa domenica un rilassamento nei controlli del web aveva permesso all'archistar di riappropriarsi per due ore del suo account Weibo. L'artista sembrava quasi non crederci "'Testing. Ai Weiwei. March 18, 2012," era stato il primo cauto post, seguito da uno più speranzoso: 'The moment has come. The skies have changed in China.' Ma, solo poco dopo, la scure della Grande Muraglia di Fuoco si è abbattuta nuovamente sull'account di Ai, rendendolo inaccessibile.
Poi pochi giorni fa l'archistar è tornato a parlare dalla sua abitazione, nella quale si trova agli arresti domiciliari dal momento del rilascio, sottoposto ad una forma di libertà vigilata che non gli permette di lasciare Pechino. In un vortice di sentimenti contrastanti tra rabbia e frustrazione, preoccupazione per sé e timore di coinvolgere chi lo circonda, ha raccontato delle restrizioni alla libertà impostegli dalla polizia: "Ci sei ma è come se non esistessi", ha riferito a CBC.
Ascolta l'intervista su China Digital Times
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