giovedì 22 marzo 2012
Ipotesi "golpe" infiamma il web
Golpe o non golpe? Questo è il problema. Nella notte del 19 marzo il web cinese comincia ad agitarsi; piattaforme di microblogging come Sina Weibo, QQ Weibo e la bacheca del motore di ricerca Baidu riportano di "movimenti anomali" nella capitale. Voci di truppe militari lungo la Chang'an Street, una delle principali arterie che porta a Tiananmen, il centro politico di Pechino, diventano virali sulla rete. La notizia di un colpo di mano militare, amplificata da The Epoch Times, è stata presto smentita dal portavoce del ministero degli Esteri Qin Gang che ha invitato la stampa estera alla prudenza.
Ma veri o farlocchi che fossero, nella giornata di mercoledì i commenti dei netizen contenenti parole sensibili quali "colpo di stato" sono stati prontamente rimossi dalla censura governativa. Come riportato da Bill Gertz del Washington Times, un post, citando fonti interne ai palazzi del potere, ha fatto allusione ad una spaccatura all'interno della leadership cinese riguardo alla "questione Bo Xilai", l'ex segretario di Chongqing rimosso dal suo incarico -secondo una registrazione privata diffusa alla fine della settimana scorsa- perché colpevole di aver insabbiato indagini riconducenti ad alcuni suoi familiari.
Il premier Wen Jiabao contro il ministro della Pubblica Sicurezza Zhou Yongkang, questo uno degli scenari tracciati dai cittadini di internet, avvalorato dall'ordine di Pechino inoltrato mercoledì alla pubblica sicurezza a tutti i livelli di condurre una "sessione di studio a livello nazionale"; ordine dal quale il ministro sarebbe, tuttavia, stato lasciato fuori.
Altra la tesi sostenuta da Bannedbook.org -sito che offre gratuitamente il download di libri proibiti nella mainland- secondo la quale a far tremare le stanze di Zhongnanhai, il quartier generale del Partito, sarebbe una lotta di potere tra l'attuale presidente Hu Jintao, che controlla l'esercito, e Zhou regista del formidabile apparato della sicurezza interna.
Intanto il giornale hongkonghese Apple Daily ha raccontato di uno striscione issato su una delle piazza principali di Chongqing recante scritto "Segretario del Partito Bo, noi ti amiamo e stimiamo". Gli "innamorati" e la loro ardita dichiarazione sarebbero stati fulmineamente fatti sparire da alcuni poliziotti in borghese.
E ugualmente provocatorio è stato ritenuto il commento del professor Kong Qingdong della Peking University, il quale durante il suo show televisivo ha definito il siluramento di Bo Xilai un "colpo contro- rivoluzionario". The show must go on? Neanche per idea. Come riportato da un sito d'informazione, il programma è stato misteriosamente sospeso.
Ma il web non ha mancato nemmeno di mettere in mostra la propria vena umoristica ed irriverente: "Se avviene un colpo di stato è previsto un giorno di vacanza?" ha commentato un internauta. Molti i post scherzosi relativi alla decisione impopolare del governo cinese di aumentare il costo della benzina e del gasolio rispettivamente del 6,5% e del 7%. "Riguardo alla notizia degli spari dell'altra notte...in realtà erano i cittadini che per festeggiare l'aumento dei prezzi della benzina erano scesi in strada per sparare i fuochi d'artificio e festeggiare. Non temere per un colpo di stato!" si legge in un post su Weibo.
E poi c'è la versione dei fatti by Mingjing.com, secondo la quale Bo avrebbe tentato di mettere su un esercito privato in combutta con Zhou Yongkang che, oltre ad aiutarlo nella sua ascesa al Comitato Politico e Legislativo, lo avrebbe anche spalleggiato nell'ostacolare Xi Jinping, salvo colpi di scena successore di Hu Jintao al prossimo Congresso. Sempre secondo Mingjing, servendosi dell'aiuto del suo braccio destro Wang Lijun, Bo Xilai sarebbe riuscito ad acquistare 5mila fucili e 50mila munizioni da una fabbrica di Chongqing. Le autorità starebbero già indagando per verificare la questione.
Ma mentre le ipotesi infuriano sulla blogsfera, per le strade di Pechino la situazione sembra essere quella ordinaria, senza, nessun particolare incremento delle forze dell'ordine. Certo è che la tensione rimane alta e alcune mosse della leadership cinese hanno destato non pochi sospetti. La richiesta di giuramento al "socialismo con caratteristiche cinesi" imposta negli ultimi giorni dal partito a tutti gli avvocati è un evidente sintomo di agitazione; un provvedimento senza precedenti volto a stringere il controllo su una categoria vista con grande diffidenza, e che tradotto dal giuridichese si riduce ad un ordine impartito alla legge di assicurare la propria fedeltà al regime.
Il terremoto scandalistico messo in moto "dall'intrigo Wang Lijun" continua a far tremare il Partito, mentre le voci sul golpe, nonostante il bavaglio governativo, non accennano ad azzittirsi. Colpa dell'impenetrabilità delle dinamiche politiche cinesi, secondo Mark MacKinnon di The Globe&Mail; la battaglia a porte chiuse tra i falchi dagli occhi a mandorla risulta ancora più enigmatica delle segrete alchimie distillate dietro le mura del Cremlino.
(Fonte: Shanghaiist)
Leggi Giochi di ombre cinesi tra palazzo e web
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