lunedì 14 novembre 2011

Dopo sette mesi Ai Weiwei rompe il silenzio

"The Voice of Treason", così titolava ieri il Newsweek, dando largo spazio alle recenti dichiarazioni di Ai Weiwei riguardo alla sua misteriosa detenzione.

Fresco di rilascio, il 23 giugno scorso l'artista cinese aveva cercato di ammansire la stampa: "Sto bene. Sono di nuovo a casa. E sono libero”. E’ quello che aveva detto al tabloid tedesco Bild, confermando di essere stato rilasciato. “Non posso parlare però – aveva aggiunto -Vi prego di comprenderlo”. Ma ora, dopo sette mesi dal suo arresto, l'architetto-blogger-dissidente ha rotto il silenzio, gravato da un peso diventato insostenibile, racconta la tortura psicologica (solo psicologica) subita durante gli 81 giorni di detenzione.

In una dimensione a metà tra incubo e realtà, la mente finisce per cedere: "Ho cercato di memorizzare ogni dettaglio della mia prigionia, ma dopo 20 giorni, la mia testa è diventata completamente vuota" ha dichiarato l'archistar, rivelando come, sentendosi tagliato fuori dal mondo, rinchiuso tra quattro mura prive di qualsiasi dettaglio distintivo, la ragione fosse stata alla fine soggiogata dal panico. "Ho capito di avere bisogno di informazioni per poter rimanere in vita; quando non c'è informazione è come essere già morti. E' una prova veramente molto dura, più di qualsiasi punizione corporale".

Alla ricerca di qualche segno di umanità, di una parola amica o nemica che fosse, Ai ha cercato invano di interagire con i suoi carcerieri: "Sedevano davanti a me, guardandomi senza espressione. Erano così giovani, visi puliti e privi di emozioni; sembrava che per loro io non esistessi" ha continuato il dissidente cinese, il quale ha rivelato di aver trascorso gli interminabili giorni di reclusione percorrendo avanti e indietro la sua cella. Diverse centinaia di chilometri di cammino grazie ai quali l'artista ha perso quasi 14 chili. "Ora è più bello di prima" aveva scherzato un amico al momento del rilascio.

A straziarlo sopra ogni altra cosa, una dimensione temporale angosciosamente immobile e la mancanza di relazione con un qualsiasi altro essere vivente. "Tutto ciò che desideravo avere era un dizionario, anche il più semplice; il  tempo non passava mai" - ha affermato Ai- "Sono arrivato a desiderare che qualcuno mi picchiasse pur di poter provare un contatto fisico".

Ma sebbene l'archistar abbia scelto di abbandonarsi ad una confessione liberatoria, tuttavia non si è dilungato nello spiegare come la terribile esperienza esperienza abbia influito sul suo stato interiore o sulla sua produzione artistica. Solo poche parole: "So come ci si sente dentro. E' come un mondo oscuro". Il silenzio d'altra parte rientra nell'accordo stretto con il governo: la liberazione in cambio dell'assoluto riserbo. Il calvario di Ai è top secret. Ragione, questa, per la quale il twittare sul web del famoso attivista cinese è stato accolto dalle autorità con un severo benvenuto. La multa per da 2,4 milioni di dollari inoltrata alla Beijing Fake Cultural Development Ltd. , la società che ha contribuito a produrre la sua arte e sui progetti, è una chiara risposta alla spregiudicata audacia dell'artista; è soltanto un'altro round di un braccio di ferro che va avanti da mesi.

Ma questa volta l'avversario punta sui sentimenti, andando a minacciare ciò che Ai ha di più caro: qualora il debito non sarà saldato, a finire in prigione saranno sua moglie e suoi soci. "Ed è una cosa che sanno bene che non posso tollerare. Questo è il loro gioco...ormai mi conoscono bene"- ha dichiarato il padre dell stadio "Nido d'Uccello" - "Loro ti seguiranno fino a che, privo di forze, non stramazzerai a terra. Ci sono un centinaio di dipartimenti ed è impossibile combattere contro tutti. L'ufficio delle imposte, la Corte e la polizia sono tutte la stessa persone, solo con facce differenti; questo lo si sa fin dall'inizio. E' come giocare una partita a scacchi: quando muovi una o due pedine loro rispondono buttando all'aria l'intera scacchiera".

Ma in questo sporco gioco senza regole Ai Wewei non è solo. Migliaia di sostenitori hanno mostrato la loro dedizione inviando donazioni via internet e assediando l'indirizzo "258 Fake": aeroplanini di carta trasportano in volo banconote oltrepassando i cancelli della sua casa-laboratorio, mentre il bilancio della prima settimana fa ben sperare: l'aiuto dei supporter dell'artista ammonta a più di 1 milione di dollari.

(A.C)

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