venerdì 5 settembre 2014

Una Grande Muraglia per fermare il deserto


Immaginate una Grande Muraglia 'ecologica' lunga 4500 chilometri; da una parte le colate di cemento della Cina urbana, dall'altra una distesa di sabbia di 700mila chilometri quadrati che procede con velocità crescente da nord verso sud. E' quanto sta cercando di realizzare la Cina dal 1978, anno in cui è stato lanciato il Three-North Shelter Forest Program, una cintura di alberi piantati appositamente per arginare l'espansione del deserto del Gobi. Si tratta del più colossale piano di rimboschimento mai realizzato al mondo. Il progetto trae il suo nome dalla localizzazione che include i 'tre nord' (ovvero le aree desertiche del nord-est, del nord e del nord-ovest della Repubblica popolare) e coinvolge 13 province: Heilongjiang, Jilin, Liaoning, Hebei, Shanxi, Shaanxi, Gansu, Qinghai; le regioni autonome della Mongolia Interna, del Ningxia e dello Xinjiang più le municipalità di Tianjin e Pechino. Il tutto per un'area pari al 42,39% del Paese.

Con una superficie di 9,6 milioni di chilometri quadrati, la Cina è il terzo Paese al mondo per estensione e, tuttavia, le aree aride e semi-aride costituiscono oltre il 40% del suo territorio. Ogni anno il Dragone ha perso mediamente 3600 chilometri quadrati di praterie a causa dell'incalzante estendersi del deserto del Gobi, mentre le tempeste di sabbia si fanno via via più aggressive. Secondo Greenpeace, il gigante asiatico conserva appena il 2% delle sue foreste originarie. Tutto il resto è stato annientato da decenni di disboscamento scellerato, sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli e inquinamento rampante. In Mongolia Interna, dal 2003 450mila persone sono state costrette ad abbandonare la loro terra per evitare un ulteriore deterioramento del suolo.

Il progetto Green Wall ha come obiettivo la creazione di un 'polmone verde' proprio dove a prevalere sono polvere e sabbia. Dal 1978 a oggi, sono stati piantati 66 miliardi di alberi con un incremento della superficie boschiva dall'iniziale 5% all'attuale 12%. Alla fine dell'opera, prevista per il 2050, la nuova foresta dovrebbe raggiungere i 405mila ettari (il 42% del territorio nazionale) aumentando la superficie verde mondiale di oltre un decimo. Nel 2003 il piano è entrato nella sua quarta fase che prevede l'utilizzo di semina aerea per andare a coprire le zone meno aride e incentivi economici per spingere i contadini cinesi a piantare alberi e arbusti nelle aree più aride; oltre alla realizzazione di un sistema di controllo da 1,2 miliardi di dollari (con database di mappatura e sorveglianza) e un network di monitoraggio in collaborazione con Giappone e Corea del Sud - le tempeste di sabbia hanno effetti negativi anche sull'agricoltura dei vicini. Addirittura i venti carichi di sabbia spirano dal Pacifico sono responsabili di spettacolari tramonti nella baia di San Francisco. Secondo l'Accademia cinese delle Scienze, il tasso di desertificazione è aumentato dalle 602 miglia quadrate del periodo 195-1979, alle 811 miglia quadrate degli anni '80, fino ad arrivare alle 950 degli anni '90 e alle 1327 del nuovo secolo. (Segue su L'Indro)

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