giovedì 1 febbraio 2018

In Cina e Asia



Anche Hong Kong dice basta all’avorio


E’ con un voto storico che ieri l’ex colonia britannica, primo mercato al mondo per lo smercio dell’avorio, ha deciso di mettere fine al commercio del prezioso materiale. Sarà un processo graduale da qui al 2021, quando il divieto diventerà totale. Fino a oggi, pur facendo parte della Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (Cites), la regione amministrativa speciale ha concesso la vendita dell’avorio ottenuto prima delle restrizioni del 1990, lasciando una sponda alla fioritura di attività illegali. Il 90% degli acquisti sul mercato locale viene effettuato dai cugini della Cina continentale dove la compravendita dell”oro bianco” è diventata illegale alla fine di dicembre. Si stima che 30mila elefanti vengano uccisi ogni anno per le loro zanne. Una pratica che, nonostante le buone intenzioni cinesi, si teme continuerà in futuro attraverso il Sudest asiatico.

Le nomine vescovili spaccano la comunità cattolica in Cina

Non si placa la polemica sulle nomine episcopali oltre la Muraglia. Ieri il portavoce della Santa Sede ha affermato che il papa è continuamente in contatto con i suoi collaboratori sulla situazione in Cina” in risposta alle pesanti accuse dell’ex cardinale di Hong Kong che aveva precedentemente accusato il Vaticano di “svendersi”. A inizio settimana Joseph Zen era ricorso a Facebook per annunciare di essere volato a Roma con l’intento di chiarire la controversa questione delle nomine episcopali: “Così i cristiani cinesi possono conoscere la verità a cui hanno diritto”. Tutto è cominciato quando il Vaticano ha esortato due vescovi della chiesa sotterranea a lavorare per trovare l’approvazione di Pechino. Il segnale che la Santa Sede, unico Stato europeo a riconoscere Taiwan e non la Repubblica popolare, sta provando a ricucire diplomaticamente con la Cina comunista. I due vescovi sono Peter Zhuang Jianjian di Shantou, nella provincia del Guangdong, cui è stato chiesto fare un passo indietro aprendo la strada a a Huang Bingzhang, riconosciuto dal governo ma non dalla Santa Sede, e Joseph Guo Xijing di Mindong, cui lo stesso sarebbe stato chiesto di farsi da parte. Il cattolicesimo cinese è diviso tra la chiesa sotterrane fedele al papa e gli aderenti alla chiesa cosiddetta patriottica i cui vescovi devono avere l’approvazione del governo, non potendoci essere un potere superiore a quello dello Stato e del Pcc. Ma la tendenza al compromesso di Bergoglio sta esacerbando la spaccatura nella comunità cinese.

Il Tesoro Usa mette sotto sanzioni il boss del Triangolo d’Oro


Il dipartimento del Tesoro americano ha messo sotto sanzioni un imprenditore cinese e sua moglie accusati di gestire “un’orribile” organizzazione criminalecon diramazioni dal Laos al resto del Sudest asiatico. I due gestivano — attraverso due aziende di Hong Kong — un giro di attività illegali dalla prostituzione al narcotraffico passando per contrabbando di animali selvatici. Il centro del malaffare di Zhao Wei e consorte sarebbe localizzato nel casinò Kings Romans di loro proprietà, situato nella zona economica speciale del Triangolo d’Oro, in Laos, al confine con Thailandia e Vietnam, non lontano dal punto in cui nel 2011 furono uccisi 13 marinai cinese. L’area è talmente ben posizionata e frequentata assiduamente da imprenditori cinesi che secondo un rapporto della Reuters potrebbe diventare un avamposto di Pechino all’estero.

Tutti gli asset della coppia e degli individui coinvolti nel network sotto la giurisdizione americana sono stati congelati.

Pechino spia l’Africa

La Cina avrebbe condotto regolari attività di spionaggio nei confronti dell’Unione Africana per i cinque anni intercorsi tra il 2012 e il gennaio 2017. E’ quanto riportato da alcune fonti locali a Le Monde. Le operazioni di hackeraggio sarebbero avvenute di notte attraverso i computer installati dalla Cina presso il quartiere generale dell’organizzazione internazionale che comprendente tutti gli Stati africani, con sede ad Addis Abeba, in Etiopia. L’edificio, finanziato (200 milioni di dollari) e costruito interamente dalla Cina, è stato inaugurato in pompa magna nel 2012. Gli esperti hanno anche rilevato la presenza di dispositivi di intercettazione nascosti sotto i tavoli e all’interno delle mura in tutto il complesso. Sia il sistema IT che i server sono stati interamente sostituiti un anno fa dopo la sconcertante scoperta. Da tempo Pechino ha esteso la propria lunga mano sul continente, a cui nel 2015 Xi Jinping ha promesso 60 miliardi di aiuti e investimenti. Proprio l’Africa è stata scelta per ospitare la prima base militare cinese all’estero, mentre una deviazione a sud della nuova via della seta marittima lascia presagire l’arrivo di ulteriori capitali. Ma sono in molti a temere che l’aiuto cinese comporti un oneroso kowtow. L’inchiesta del quotidiano francese è stata smentita dall’ambasciatore cinese nell’UA che l’ha definita “ridicola e assurda”.

Le sanzioni mettono a rischio la vita di 60mila bambini nordcoreani


60mila bambini nordcoreani rischiano l’india a causa delle sanzioni. E’ l’allarme dell’UNICEF che sottolinea come, sebbene gli aiuti umanitari siano esentati dalle sanzioni, “banche, navi e società fornitrici di beni sono diventate molto caute. Questo è ciò che rende più difficile le consegne nel paese. Quindi ci vuole un po’ più di tempo, specialmente per riuscire a portare denaro nel paese. Ma anche per trasportare merci verso la Repubblica popolare democratica di Corea. Non ci sono molte compagnie di navigazione che operano in quell’area”. In tutto sono 200mila i bambini a soffrire di malnutrizione, di cui 60mila quelli in forma potenzialmente mortale. Alcuni giorni fa diverse organizzazioni umanitarie avevano riportato ritardi nel trasporto di kit medici e attrezzature agricole, rimasti bloccati alla dogana cinese perché contenenti componenti metalliche considerate dual-use.

Pyongyang pubblica libro bianco sui diritti umani negli Usa


Pyongyang ha pubblicato un “Libro bianco sulle violazioni dei diritti umani negli USA”. Il documento, prodotto dall’ Institute of International Studies in the Democratic People’s Republic of Korea (DPRK) e fatto circolare dalla missione nordcoreana a Ginevra, accusa Washington di “discriminazione” e “misantropia”, i due mali che affliggono l’intero sistema americano, sopratutto da quando Trmp si è insediato nello Studio Ovale.”La violenza razziale che si è verificata a Charlottesville, in Virginia, il 12 agosto, è un tipico esempio dell’apice raggiunto dell’attuale politica di razzismo dell’amministrazione”, afferma il rapporto sottolineando tra gli altri punti critici la progressiva soppressione della libertà di stampa e lo stratosferico conto in banca dei funzionari pubblici americani. Il documento arriva in risposta alle dure parole riservate da Trump nel discorso sullo Stato dell’Unione, in cui il regime di Kim Jong-un è stato definito “depravato”.

(Pubblicato China Files)

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