giovedì 15 febbraio 2018

In Cina e Asia



Ecco come cambia la più grande migrazione annuale

È stata definita la più grande migrazione umana annuale del mondo. Ma quest’anno il chunyun — il movimento migratorio verso le città d’origine che tradizionalmente precede e accompagna il Capodanno cinese — è in lieve diminuzione. Domenica scorsa le autorità della municipalità di Pechino hanno riscontrato una leggera diminuzione del numero di viaggi effettuati durante i primi dieci giorni del periodo vacanziero. Ovvero 732 milioni di spostamenti su ferrovia, strada, via acqua e aereo dal 1 febbraio al 10 febbraio, in calo del 3% rispetto all’anno scorso. Secondo il ministero dei trasporti, il nuovo trend va attribuito a un’anticipazione del ritorno di studenti e migranti a novembre e dicembre, quando è cominciata la massiccia campagna di sfratti contro i lavoratori mobili residenti nei distretti periferici della città. Non più graditi, molti di loro non faranno più ritorno nella capitale. Altri fattori sembrano tuttavia contribuire alla riduzione dei viaggi. Sono sempre più infatti le persone propense a rinunciare alle vacanze pur di usufruire degli straordinari previsti per il periodo del Capodanno. Al contempo, mentre un tempo la tradizione imponeva che il ricongiungimento familiare avvenisse nel luogo d’origine, ormai spesso sono i giovani trasferitisi nelle grandi città a invitare i parenti per le festività. C’è anche chi appositamente “fugge la Festa di Primavera” (duonian) per smarcarsi da quella dispendiosa tradizione delle hongbao, il cash che si è soliti regalare ai famigliari nelle grandi occasioni e che secondo la Central China Normal University costano a ogni famiglia in media 5300 yuan l’anno, pari al 16% del totale delle spese.

Accuse record per l’ex zar di internet


“Tirannico” e “spudorato”. Sono alcuni degli attributi riprovevoli affibbiati dall’agenzia anticorruzione all’ex zar dell’internet cinese. Lu Wei, finito sotto inchiesta lo scorso novembre, martedì si è visto stracciare la tessera del Partito e ora pronto per presentarsi alla sbarra. La lista delle infrazioni è inusualmente lunga: il funzionario non solo si sarebbe macchiato di abuso di potere per interessi personali, ma avrebbe anche mosso accuse false e anonime contro altri ingannando la massima leadership comunista con estrema infedeltà, doppiezza, e mancanza di autocontrollo. Avrebbe inoltre ottenuto prestazioni sessuali in cambio di favori. Come ha chiarito il People’s Daily, la descrizione dell’ex capo della Cyberspace Administration of China è la più dura riservata a un funzionario da quando Xi Jinping ha avviato la campagna anticorruzione. Nominato dal Time tra le persone più influenti del 2015, Lu si era distinto per il tentativo di promuovere il modello di “cybersovranità con caratteristiche cinesi” in giro per il mondo. Una delle sue immagini più note lo ritrae insieme a Mark Zuckerberg durante una visita negli uffici di Facebook.

Le Maldive nuovo teatro di rivalità tra Cina e India

L’intervento indiano nella crisi politica che sta scuotendo le Maldive costituirebbe “una minaccia per l’indipendenza e la sicurezza nazionale”. Con queste parole nella giornata di ieri il ministero della Difesa di Malé ha rigettato la proposta di un’intervento militare da parte di Delhi. L’arcipelago ha dichiarato lo stato di emergenza il 6 febbraio in seguito al protrarsi del braccio di ferro fra il presidente e la Corte suprema. L’arcipelago noto per i suoi resort è da tempo diventato oggetto del contendere tra Cina e India per via della sua posizione strategica. E con l’avvicinarsi delle prossime elezioni la rivalità tra i due giganti asiatici è riemersa a causa dll’antagonismo tra l’attuale presidente filocinese è il deposto leader Mohamed Nasheed , fortemente critico nei confronti della dipendenza economica delle Maldive da Pechino. In una recente intervista al Nikkei, Nasheed ha affermato che “senza sparare un colpo solo, la Cina si è presa più terra della Compagnia delle Indie Orientali al culmine del XIX secolo”. Pechino conta per l’80% del debito estero di Malé. Per ora la posizione cinese continua ad essere blindata al principio di non interferenza nelle questioni altrui. Ma il Global Times avverte: “La Cina non interferirà negli affari interni delle Maldive, ciò tuttavia non significa che Pechino rimarrà indifferente nel caso in cui l’India trasgredisca il principio. Se l’India invia unilateralmente delle truppe alle Maldive, la Cina interverrà per fermare New Delhi”.

L’implacabile appetito asiatico per le pinne di pescecane

La buona condotta di Pechino non basta a fermare l’appettito dell’Asia per la zuppa di pinne di squalo, tutt’oggi immancabile protagonista di banchetti. Dal 2011 in Cina il consumo della pietanza è crollato dell’80%, anche grazie al lavoro di testimonial quali l’ex cestista Yao Ming. Tuttavia, in Thailandia, Vietnam, Indonesia, Macao e Hong Kong l’utilizzo delle pinne di pesce cane in cucina è in netto aumento, avverte WildAid, tanto che è possibile trovarle nel 98% dei ristoranti dell’ex colonia britannica e in oltre 100 di quelli di Bangkok. Secondo stime del gruppo americano, ogni anno circa 100 milioni di squali vengono uccisi, di cui 73 milioni destinati alla tavola.

La Cambogia introduce il reato di lesa maestà

Il parlamento cambogiano ha approvato all’unanimità una legge per punire chi insulta la famiglia reale. Quanti ritenuti colpevoli rischiano colpevoli rischiano tra uno a cinque anni di carcere e una multa tra i 500 e i 2.500 dollari. “Un insulto si esprime in parole, gesti, scritti, dipinti o oggetti che riguardano la dignità personale”, ha spiegato al Parlamento Pen Panha, capo della Commissione parlamentare per la legislazione e la giustizia. Re Norodom Sihamoni è ufficialmente il capo di Stato della Cambogia, ma di fatto a governare il paese è il primo ministro Hun Sen al potere da oltre 30 anni. La crescente intransingenza del premier nei confronti delle voci critiche — sfociata lo scorso anno nella dissoluzione del principale partito d’opposizione — è motivo di preoccupazione tra le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, che ora temono un utilizzo politico della nuova legge.

(Pubblicato su China Files)

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