martedì 27 febbraio 2018

In Cina e Asia



Il rafforzamento di Xi e le riforme

La decisione di rimuovere dalla costituzione il limite dei due mandati presidenziali è stata accolta dal mondo degli affari contemporaneamente con speranza e preoccupazione. Secondo alcuni esperti intervistati da Bloomberg,mentre la stabilità assicurata dall’assolutismo di Xi permetterà di portare avanti le riforme economiche e finanziarie senza intoppi, la mancanza di check and balance espone il paese a pericolosi inciampi, creando un clima di diffidenza tra la comunità del business internazionale. L’annuncio della longevità di Xi arriva mentre il partito si riunisce per un inatteso terzo plenum volto a fare chiarezza sulle nomine governative (in attesa di essere ufficializzate durante l’imminente Assemblea nazionale del popolo) e mentre il braccio destro di Xi è in partenza per gli Usa, secondo membro del Politburo a raggiungere l’altra sponda del Pacifico in un mese.

Mentre, come confermato dalle autorità cinesi, i colloqui verteranno sopratutto sulle controversie commerciali il New York Times ipotizza che la missione del liberale Liu He — in odore di promozione a vicepremier — sia anche quella di chiarire i risvolti del controverso emendamento costituzionale. Durante l’ultimo vertice di Davos l’economista aveva preannunciato aperture economiche “oltre i limiti dell’immaginazione” occidentale. Una prima allusione al rafforzamento di Xi? Intanto secondoAxios, alla Casa Bianca si continua a bisticciare sulle misure da applicare contro le importazioni cinesi di acciaio e potenzialmente di altre centinaia di prodotti. Anche a Washington c’è chi teme le ricadute di una guerra commerciale con il gigante asiatico.

Intellettuali cinesi contro la rimozione del limite dei due mandati

Una lettera aperta chiede all’Assemblea nazionale del popolo di votare contro la proposta di estendere illimitatamente il potere del presidente Xi. Il coraggioso appello arriva dall’ex editor del quotidiano statale China Youth Daily, che mette in evidenza come i limiti imposti nella costituzione del 1982 siano serviti a evitare situazioni di concentrazione del potere sul genere della Rivoluzione culturale. Nella lettera Li Datong sostiene di parlare a nome di altri “elettori dalla mentalità simile”. Dello stesso parere Chen Jieren, professore della China University of Political Science and Law, per il quale “mettere le speranze della Cina nelle mani di uno o di pochi è irrealistico e segnala sfiducia nel popolo cinese”, mentre secondo una petizione firmata dall’imprenditore Wang Yin si tratta di un vero e proprio “tradimento”.

E’ inusuale assistere a critiche così dirette nei confronti di Xi Jinping, l’unico leader ad aver raggiunto una posizione di forza paragonabile a quella di Mao e Deng Xiaoping. Negli ultimi due giorni, tanto i media statali quanto i censori hanno tentato di limitare il dibattito popolare sul controverso emendamento costituzionale dopo che qualcuno ha paragonato la Cina di Xi alla Corea del Nord. Secondo il progetto Weiboscope, nella giornata di domenica la censura su Weibo ha raggiunto il livello più alto in tre mesi.

Taiwan: veterani prendono d’assalto il parlamento


Decine di militari in pensione hanno sfondato i cancelli del parlamentotaiwanese per protestare contro il taglio delle pensioni. La decisione approvata lo scorso luglio in un disegno di legge era in attesa di essere ridiscussa quest’oggi. Nell’assalto — che ha incontrato l’opposizione delle forze dell’ordine — si è assistito allo svenimento dell’ex generale Wu Sz-huai, mentre l’ex colonnello Miao Te-sheng è precipitato dal secondo piano di un edificio riportando ferite gravi. Le proteste complicano la posizione della leader indipendentista Tsai Ing-wen, favorevole a un potenziamento degli armamenti in modo da affrancare l’isola dalla dipendenza americana. A Taiwan i regimi pensionistici variano a seconda delle diverse professioni, con il settore pubblico a ricevere generalmente la fetta più generosa. Ma, stando a quanto riconosciuto dal governo, l’erosione dei fondi potrebbe tradursi in bancarotta già nel 2020 a meno che il sistema non venga revisionato. Tra le riforme proposte rientra l’eliminazione progressiva di un interesse preferenziale del 18% sul risparmio per i dipendenti pubblici e il personale militare.

L’Interpol rimuove esponente uiguro dalla lista dei ricercati

L’Interpol ha ritirato l’allarme rosso contro Dolkun Isa, presidente del World Uyghur Congress, il gruppo con base a Monaco che si batte per i diritti della minoranza musulmana e turcofona, concentrata nel Far West cinese, che Pechino ritiene responsabile di una serie di attacchi terroristici avvenuti in varie parti del paese, compresa piazza Tian’anmen. Ma che i gruppi per la difesa dei diritti umani interpretano come reazione alle politiche draconiane imposte nello Xinjiang. Proprio oggi HRW ha pubblicato un rapporto in cui si attesta l’utilizzo di big data e software ad hoc nella detenzione arbitraria di elementi scomodi nei “centri di rieducazione”.

Secondo quanto riferito da fonti diplomatiche alla Reuters, la Cina ha richiesto più volte ai paesi europei di arrestare Isa — inserito nella lista dei ricercati per terrorismo nel 2003 — ma non è mai stata in grado di fornire prove concrete dei presunti crimini commessi. Le proteste del ministero degli Esteri cinese non si sono fatte attendere. “La Cina esprime la sua insoddisfazione per la decisione dell’Interpol di revocare l’avviso rosso per Dolkun Isa”, “un terrorista come dichiarato dal governo cinese”. La decisione arriva a due anni dal passaggio della presidenza dell’organizzazione internazionale nelle mani di Meng Hongwei, funzionario della pubblica sicurezza cinese.

Shige, il salvatore degli aspiranti suicidi

Ogni giorno, l’ex poliziotto Yukio Shige si inerpica sulla scogliera di Tojinbo munito di cannocchiale con un obiettivo ben preciso: salvare gli aspiranti suicidi in procinto di gettarsi tra le acque del Mare del Giappone. In 15 anni, grazie alla sua no profit, Shige ha convinto 609 persone a scendere dalla rupe. Sebbene in calo rispetto al passato, il tasso di suicidio nel Sol Levante rimane tra i più alti al mondo. Nel 2016, si sono registrati 17,3 suicidi per ogni 100.000 persone, il numero più alto tra le principali nazioni industrializzate secondo soltanto alla Corea del Sud. Come nella maggior parte dei casi, la maggior parte delle vittime sono uomini. Il metodo più comune è l’impiccagione, a differenza degli Stati Uniti, dove si predilige la morte per armi da fuoco. Tra le persone di età compresa tra 15 e 39 anni in Giappone, il suicidio è la principale causa di morte e fa più vittime del cancro e degli incidenti. Sebbene la maggior parte dei suicidi in Giappone avvenga in casa, esistono dei veri e propri “punti caldi del suicidio”, sopratutto ponti, falesie, gole e grattacieli. Gli esperti dicono che il Giappone ne abbia 50, compresa la foresta di Aokigahara, alla base nord-occidentale del Monte Fuji.

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