mercoledì 25 aprile 2018

In Cina e Asia



Dieci anni di investimenti cinesi in Europa
Nonostante voci di una crescente diffidenza dei leader europei per l’assertività cinese nel Vecchio Continente, secondo uno studio di Bloomberg — ad oggi il più completo sull’argomento — negli ultimi dieci anni gli investimenti e le acquisizioni realizzate dal gigante asiatico in Europa hanno raggiunto un valore di 318 miliardi di dollari, circa il 45% in più di quanto speso negli Stati uniti durante lo stesso periodo. Stando alla ricerca, molti dei paesi più favorevoli all’istituzione di un sistema di controllo in grado di valutare l’impatto degli investimenti cinesi sulla sicurezza e la stabilità del mercato europeo, sono a loro volta teatro di corposi accordi. Sono circa 360 le aziende passate in mani cinesi, da Pirelli all’irlandese Avolon Holdings Ltd, mentre il gigante asiatico è subentrato nella proprietà parziale o completa di sei porti, quattro aeroporti, parchi eolici in almeno nove paesi e 13 squadre di calcio professionali. Oltre la metà del totale degli investimenti di cui sono disponibili le informazioni finanziarie è concentrata nelle cinque maggiori economie europee. Delle circa 670 imprese coinvolte nelle operazioni almeno 100 sono società statali o fondi d’investimento, le cui transazioni contano per ben il 63% del totale.

Cina: discriminazione di genere sul posto di lavoro

Nonostante la rapida crescita economica e il crescente livello di istruzione acquisito dalle donne cinesi negli ultimi decenni, la discriminazione di genere nel mercato del lavoro non accenna ad attenuarsi. Secondo quanto emerge dal rapporto di HRW Only Men Need Apply, il trattamento penalizzante riservato alle donne varia dalla chiusura di alcune professioni alla partecipazione femminile fino alla richiesta di dover presentare alcune caratteristiche fisiche ben precise. Ad esempio, lo scorso anno il 13% dei posti di lavoro nel servizio civile ha specificato tra le richieste “solo uomini”, “preferibilmente uomini” o “adatti agli uomini”. Quest’anno la proporzione è salita al 19%. Al contrario, lo scorso anno per nessuno dei lavori è stata espressa una preferenza femminile, e quest’anno si è registrato un solo caso. Nell’occhio del ciclone anche i big dell’hi-tech Tencent, Alibaba, Meituan e Baidu, responsabili di aver veicolato contenuti sessisti nei loro messaggi pubblicitari. “Il mondo sta andando avanti rispetto ma la Cina continua a retrocedere sempre di più nell’indice della parità sul lavoro”, ha detto Kenneth Roth, direttore esecutivo di HRW, “E, in una società in cui il governo cerca di controllare tutto, le autorità hanno una parte significativa della colpa.”

Buddhisti in protesta: montagna sacra ritira IPO

Accese proteste buddhiste sono riuscite a bloccare la vocazione business della montagna Putuo, uno dei quattro monti sacri di Cina, famoso per i suoi templi e l’imponente statua dorata di Guanyin, simbolo buddista di saggezza e compassione. In una rara ammissione di sconfitta, la Putuoshan Tourism Development ha ritirato la domanda di ammissione alla quotazione sulla borsa di Shanghai inoltrata alla China Securities Regulatory Commission dopo mesi di ostruzionismo da parte dei monaci, indignati per la mercificazione subita negli ultimi anni dai siti religiosi in Cina. Tra i casi più eclatanti quelli di Emei Shan Tourism e Anhui Jiuhuashan Tourism. Secondo un prospetto di luglio, la Putuoshan Tourism Developmen, di proprietà del governo della provincia di Zhejiang, avrebbe motivato la quotazione con l’intento di raccogliere fondi per la costruzione di parcheggi, una struttura termale e funivie, oltre a varie infrastrutture turistiche. Requisiti necessari ad accogliere una classe media sempre più mobile e decisa a colmare il vuoto spirituale indotto dall’arricchimento glorioso.

Pechino promuove funerali ecofriendly: in centinaia bruciano le proprie bare

Centinaia di anziani di Shangrao, nella provincia meridionale del Jiangxi, hanno acconsentito alla richiesta del governo di consegnare le loro bare come combustibile per generare energia pulita. La decisione, che ha coinvolto circa 500 persone e altrettante bare, arriva mentre il governo è intento a promuovere funerali “eco-friendly”. Negli ultimi anni la necessità di conservare più terra coltivabile possibile ha spinto le autorità a sponsorizzare la cremazione come alternativa “sostenibile”. Ai residenti è stata fornita una compensazione pari a 159 dollari rispetto ai 796 spesi per far costruire la bara. Ma, mentre molti sono stati convinti dai parenti più giovani, altri hanno ammesso di essere stati indotti con la forza a rinunciare alla sepoltura.

Le frizioni tra Usa e Russia mettono i partner asiatici davanti a un dilemma

La legge siglata da Trump ad agosto — che minaccia sanzioni a qualsiasi paese coinvolto in accordi militari e di intelligence con Mosca — rischia di far deragliare l’acquisto da parte di Nuova Delhi di sistemi missilistici russi anti-aerei S-400 per 6 miliardi di dollari. Una sorte paventata anche da altri partner regionali degli Usa, come l’Indonesia e il Vietnam, fortemente dipendenti dall’industria bellica russa. Giakarta ha recentemente chiuso un intesa da 1,14 miliardi di dollari per gli aerei da combattimento Sukhoi, mentre Hanoi è intenzionato a incrementare l’acquisto di caccia Su-30. Il regime sanzionatorio con cui Washington mira a colpire il regime di Putin pone gli alleati asiatici davanti a un dilemma: come raggiungere l’autonomia richiesta dagli Usa stessi sul versante della difesa senza poter attingere al prezioso arsenale russo. Secondo lo Stockholm Peace Research Institute, l’hardware consegnato da Mosca ha rappresentato il 62% delle importazioni totali di armi dell’India negli ultimi cinque anni. Numeri importanti sebbene in calo rispetto al 79% del periodo 2008–2012.

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