domenica 1 aprile 2012
Ode a Vogel, la biografia di Deng con un tempismo perfetto
A maggio del 2012 uscirà per la prima volta in lingua cinese il libro di Ezra Vogel, "Deng Xiaoping and the Transformation of China". L'opera alla quale lo studioso americano ha dedicato dieci anni della propria vita, ha recentemente ottenuto il "Lionel Gelber Prize", premio istituito dall'università di Toronto. Uscito nel settembre del 2011 ed edito dall'Harvard University Press, il libro a suo tempo ha suscitato i commenti entusiasti del New York Times (link) che lo ha definito "Una biografia monumentale di Deng Xiaoping, che ha delineato il quadro più completo del sorprendente, e allo stesso tempo aspro, processo di riforma e apertura intrapreso dalla Cina".
"Gran parte delle informazioni non sono nuove, ma è la prima volta che le troviamo tutte insieme in un libro che, dal punto di vista accademico, può essere definito veramente obiettivo" ha commentato David Shambaugh, professore della Washington University.
"Deng Xiaoping and the Transformation of China" (in cinese 邓小平时代) verrà pubblicato il mese prossimo dalla Hong Kong University Press in caratteri non semplificati, raggiungendo quella "parte di Cina" che per prima accolse Vogel nel lontano 1963.
Il Nanfang Zhoumo, giornale indipendente con base a Canton, oggi ha aperto con una lunga ode all'opera, comprensiva d'intervista all'81enne professore dell'Ohio.
"Io non penso che Deng Xiaoping abbia dato il via al processo di riforma e apertura. Il suo contributo sta piuttosto nell'aver controllato e guidato con successo tale processo". L'editoriale si apre con alcune delle frasi chiave dell'opera di Vogel. "Deng Xiaoping non ha ostacolato le riforme politiche. Il 18 agosto 1980, nel suo discorso Sulle riforme del sistema del Partito e dello Stato, ha sollevato la necessità di una riforma politica della Cina. Ma temendo che il paese potesse perdersi in uno stato di caos, per prima cosa ha perseguito la stabilità e, una volta raggiunta una certa armonia, ha lentamente proceduto con l'introduzione delle riforme". (Dal NFZM:邓小平不是反对政治改革。1980年8月18日,邓小平在题为《改革党和国家的领导制度》的演讲里说,中国需要政治改革。但是邓小平怕中国乱,所以他主张先有安定,在比较和谐的情况下,慢慢搞政治改革。——傅高义).
Un tempismo perfetto per il libro di Vogel, proprio a due mesi dai festeggiamenti per il ventennale del "Viaggio a sud" del Piccolo Timoniere, proprio ora che Wen Jiabao richiede pressantemente "riforme urgenti" per la Cina.
Il premier cinese è avvezzo a questo tipo di paternali, si sa; sono anni che va declamando la necessità di maggiori aperture. Ma questa volta Wen, la "faccia buona del regime" in passato stracensurata , non ha usato giri di parole. Rivoluzione Culturale, si l'ha detto: "se non verranno subito avviate riforme, una tragedia storica come la Rivoluzione Culturale potrebbe ripetersi".
Tra allusioni più o meno dirette agli ultimi stravolgimenti politici che stanno spaccando il Partito, nel discorso di chiusura dell'Assemblea nazionale del popolo, Bo Xilai con il suo "terrore rosso" è stato il vero convitato di pietra. (link) Ed esattamente il giorno dopo l'ex segretario di Chongqing è stato deposto ufficialmente dal suo incarico.
Ma in quella conferenza stampa al termine dell'Anp, probabilmente l'ultima per Wen in qualità di premier, potrebbe nascondersi molto di più. E da giorni il web si gonfia si supposizioni e congetture più o meno credibili. Dopo la Rivoluzione Culturale, adesso si potrebbe arrivare a parlare anche dell'altra grande "innominata": la repressione di piazza Tiananmen, l'altro spauracchio dei vecchi falchi del Partito, quelli che dagli eventi dell'89 ne hanno tratto sommi benefici; quelli come Jiang Zemin e Bo Yibo, padre di Bo Xilai, nonchè uno dei fautori della repressione a tutti i costi del movimento studentesco.
La censura a singhiozzo degli ultimi giorni, con la parziale "riabilitazione" di alcune parole sensibili e foto dell'epoca, ha indotto molti a sperare in una nuova prospettiva di dialogo e confronto con un passato rimasto per lunghi anni tra i molti "non detti" della storia cinese. E con un tempismo perfetto, Deng Xiaoping è immancabilmente, ancora una volta, tra le righe.
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