martedì 15 marzo 2016

Anbang e il "sogno americano"


Parcheggiare le proprie fortune il più lontano possibile dalle incertezze del mercato interno. E' quanto pare si stiano affrettando a fare molte società cinesi già note per le loro ambizioni internazionali, all'indomani dei dati ufficiali che attestano la crescita cinese ai minimi da 25 anni. Anbang Insurance Group è tra queste. Balzata all'onore delle cronache per l'acquisto dello storico Waldorf Astoria di New York nel 2014, la compagnia assicurativa cinese torna a corteggiare il real estate statunitense con l'annuncio di due operazioni da capogiro.

La prima consiste nel rilevamento di Strategic Hotels & Resorts da Blackstone Group, la società finanziaria americana entrata in possesso della catena alberghiera appena tre mesi fa. 6,5 miliardi di dollari è quanto Anbang si impegna a versare (450 milioni in più rispetto a quanto pagato da Blackstone), la cifra più alta mai iniettata da un soggetto cinese nell'immobiliare a stelle e strisce. Ben superiore agli 1,95 miliardi sborsati per il Waldorf Astoria. Con l'acquisto di Strategic Hotels Anbang arriva a mettere le mani su alberghi high-end e resorts in un colpo solo. La catena americana vanta un ricco portfolio, che comprende 16 proprietà per un totale di 7532 stanze, meeting room e sale banchetti. Tra gli assets più noti: il Ritz-Carlton (California), il Fairmont Scottsdale (Arizona), il Four Seasons Resort (Wyoming) e l'InterContinental (Chicago e Miami).

Ancora in attesa di conferma, ma altrettanto chiacchierata, l'offerta non vincolante ricevuta da Starwood Hotels & Resorts Worldwide. Secondo quanto riporta Bloomberg, una cordata guidata dal gruppo assicurativo cinese ha messo sul piatto 76 dollari per azione in contante, sfidando Marriott che a novembre scorso aveva siglato un'intesa per una M&A con Starwood. In una nota, il gruppo alberghiero cui fanno capo catene prestigiose come Sheraton, Westin e St.Regis, ha spiegato che continua a sostenere il progetto di fusione con Marriott anche se "esaminerà con attenzione gli sviluppi del negoziato con il consorzio", e prenderà una decisione "nel miglior interesse di Starwood e dei suoi azionisti".

Chi è Anbang?

Mossi i primi passi nel mercato delle assicurazioni auto circa due lustri fa, negli ultimi 18 mesi il gruppo con base a Pechino ha sborsato oltremare (senza contare Starwood) oltre 23 miliardi di dollari in settori che spaziano dai servizi finanziari, al real estate passando per l'alberghiero. Un successo quasi inspiegabile per una società che rappresenta appena il 4 per cento del mercato assicurativo cinese. Ma che i bene informati attribuiscono alle guanxi (gli agganci) d'alto profilo che legano i vertici della compagnia all'elite cinese. A partire dal suo presidente Wu Xiaohui, unito in matrimonio niente meno che alla nipote di Deng Xiaoping, il padre delle riforme e dell'apertura anni '80. Glissando sull'opacità delle connessioni "rosse", tempo fa Wu ha magnificato la natura "win-win" del proprio business model con gli States, soffermandosi piuttosto sull'amicizia stretta con Stephen Schwarzman e Jonathan Gray, rispettivamente presidente e responsabile per il real estate di Blackstone.

Perché gli Stati Uniti?

Secondo stime di JLL, nei prossimi 10, 15 o 20 anni le compagnie assicurative cinesi riverseranno
fino a 240 miliardi di dollari nel mercato immobiliare internazionale, grazie ad un allentamento delle restrizioni che dal 2012 permette alle aziende operanti nel real estate di mantenere il 15 per cento delle proprietà all'estero. Per il momento le compagnie assicurative cinesi investono nel mattone solo tra l'1 e il 7 per cento, ma nell'ultimo anno i capitali in uscita finiti nel real estate hanno registrato un incremento del 50 per cento. Tra le mete più gettonate: New York, Londra e Sydney.

"Gli assets Usa di pregio continuano ad essere molto richiesti tra gli investitori offshore di Asia e Medio Oriente", spiega a Bloomberg Gilda Perez-Alvarado, managing director di Jones Lang LaSalle Inc., società specializzata in intermediazione commerciale. Anbang non è la sola a puntare sugli Usa. Lo scorso anno, il Sunshine Insurance Group si era comprato il Baccarat Hotel di New York per 230 milioni di dollari. "E' un fenomeno spiegabile alla luce della volatilità dei mercati globali, del continuo rafforzamento del dollaro e dell'aumento delle quote nell'immobiliare commerciale al fine di diversificare il portfolio d'investimenti", spiega Perez-Alvarado.

Difficilmente il rallentamento dell'economia cinese e del settore alberghiero statunitense (secondo stime della società di ricerca STR, il ricavo medio per camera è destinato a crescere del 5 per cento nel 2016, contro l'8,1 di due anni fa) porteranno ad un'inversione di tendenza. Semmai ad una maggiore differenziazione. La lunga marcia di Anbang nel Nord America comprende - oltre al Waldorf Astoria - l'acquisizione della compagnia assicurativa Fidelity & Guaranty Life e di immobili ad uso d'ufficio nella Grande Mela e in Canada.

Nonostante si tratti di compagnie private, come spesso accade quando c'è di mezzo la Cina, lo shopping sfrenato sull'altra sponda del Pacifico sta creando numerosi grattacapi alle autorità regolatrici. Specie quando le mire del Dragone sono dirette verso asset "sensibili". Il lungamente ventilato acquisto della Borsa di Chicago da parte di Chongqing Casin Enterprise Group è ancora al vaglio del CFIUS (Committee on Foreign Investment in the United States), il comitato che si occupa di analizzare le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri negli Stati Uniti. Lo stesso che ha avvallato l'accordo per il Waldorf Astoria senza, tuttavia, riuscire a dissipare le preoccupazioni della Casa Bianca che ha optato per abbandonare la storica residenza utilizzata dai presidenti in occasione dell'Assemblea delle Nazioni Unite, rompendo così una tradizione lunga otto decenni.

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