venerdì 21 marzo 2014
Pingtan, una Patria comune per le 'due Cine'
E' ciò che più si avvicina all'idea di una Cina unificata. L'isola di Pingtan, sorge lungo la costa della provincia cinese del Fujian, appena un centinaio di chilometri da Hsinchu, città nel nord di Taiwan; la propaggine della Repubblica popolare più vicina all'ex Formosa. Nel 2009 Pechino decise di renderla una 'terra comune', nell'ambito di un progetto sperimentale volto ad incoraggiare la cooperazione economica con i cugini di Taipei. La prima 'joint venture' su suolo cinese da quando, nel 1949, Taiwan divenne la sede del governo nazionalista in fuga dopo la sconfitta inferta dalle truppe comuniste di Mao Zedong. I simbolismi non mancano. Il piano, non a caso, è stato inaugurato formalmente in occasione del Ventesimo anniversario del celebre viaggio a Sud compiuto da Deng Xiaoping nel 1992, che decretò una svolta nel processo di modernizzazione economica della Cina post-Tian'anmen.
Lo scopo conclamato è quello di attrarre investimenti e know how da oltre lo Stretto, permettendo ai taiwanesi di servire il governo locale (in cambio di stipendi ben più generosi rispetto agli standard cinesi), guidare automobili con targa taiwanese, e fare acquisti tanto in Renminbi (la valuta cinese) quanto in dollari di Taiwan, rendendo Pingtan un'area duty free con un sistema di tassazione agevolata. Pechino non bada a spese: come stabilito nell'ambito del Dodicesimo Piano Quinquennale (2011-2015), l'isola beneficerà di un budget di 250 miliardi di yuan (40 miliardi di dollari). Nei primi tre anni il nuovo parco industriale aveva attratto 1 miliardo di dollari da parte di investitori cinesi e stranieri. All'inizio di febbraio 2013 Chunghwa Telecom, la principale società di telecomunicazione taiwanese, ha confermato di volervi investire l'equivalente di 4,82 miliardi di dollari. Nei primi sei mesi dello scorso anno l'economia locale è cresciuta del 16% e allo scorso novembre erano già 129 le attività di business finanziate da Taiwan. Hotel, appartamenti, ospedali e uffici affollano l'isola, mentre il bagliore dei cantieri illumina la notte. E' soltanto l'inizio. Il litorale verrà presto ricoperto di nuovi grattacieli, alberghi pluristellati, campi da golf e ogni genere di confort nella speranza di duplicare il successo riscosso da Hainan, l'isola tropicale cinese, meta prediletta dei ricchi turisti della mainland, che galleggia davanti alla costa vietnamita. (Segue su L'Indro)
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