mercoledì 30 luglio 2014

Se Pechino perde Kyaukphyu


La linea Kyaukphyu-Kunming si farà. Anzi no. Le sorti del progetto ferroviario che dovrebbe collegare la Birmania occidentale alla provincia cinese dello Yunnan sono appese a un filo. La scorsa settimana le autorità birmane hanno annunciato la sospensione delle trattative avviate nel 2011 con la firma di un memorandum d'intesa (ormai scaduto) tra il Governo di Naypyidaw e la compagnia statale CREC (China Railways Engineering Corporation). Secondo Pechino, la tratta darebbe nuovo impulso allo sviluppo dell'economia birmana regalando slancio sopratutto alle aree meno evolute del Paese, quelle ad ovest. Ma l'impatto ambientale e sociale, sommato ai costi -non sufficientemente coperti dai 20 miliardi di dollari stanziati in prima battuta- avrebbe indotto il Governo birmano ad accantonare il progetto. Le smentite di Pechino sono rimbalzate contro un muro di gomma. «Abbiamo soltanto siglato un memorandum d'intesa, ma nessun accordo è stato mai raggiunto per cominciare la costruzione, per cui l'unica cosa che posso dire è che non stiamo lavorando al progetto», ha dichiarato all''Irrawaddy' un funzionario locale.

Per lungo tempo il gigante asiatico è stato il principale benefattore del Paese dei pavoni, ma da quando la giunta militare ha lasciato il posto al Governo 'civile' guidato dal riformista Thein Sein, il flusso di capitali da oltre la Muraglia ha registrato un netto arresto, precipitando dai quasi 13 miliardi di dollari del 2011 agli appena 407 milioni del 2012. Il Dragone porta ancora legata al dito la retromarcia con la quale Naypyidaw, quattro anni fa, sospese i lavori per la diga di Myitsone, piano multimiliardario finanziato in larga parte dalla Cina e andato in fumo a causa dell'impopolarità riscossa tra i residenti. Stando alle denunce della società civile locale, la nuova ferrovia rientrerebbe tra le 10 grandi opere infrastrutturali alle quali il Governo birmano ha concesso il semaforo verde senza ottenere l'approvazione della popolazione direttamente coinvolta. Proprio come avvenuto con altri controversi progetti avvertiti come un tributo energetico troppo oneroso per un Paese costretto tutt'oggi a centellinare la propria corrente elettrica. (Segue su L'Indro)

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