martedì 15 maggio 2018

In Cina e Asia


Liu He negli Usa per un nuovo round di colloqui commerciali

Comincia oggi la missione del vicepremier Liu He a Washington per disinnescare le avvisaglie di una possibile guerra commerciale. Come anticipato da Trump, gli Usa sono disposti a rimuovere le sanzioni imposte contro la società produttrice di attrezzature tlc ZTE nell’ambito di un vecchio caso legato alla vendita di prodotti “made in Usa” a Iran e Corea del Nord. Secondo due fonti della Reuters, in cambio, la Cina sarebbe in linea di principio intenzionata a importare più prodotti agricoli statunitensi per raddrizzare la bilancia commerciale. Durante recenti colloqui di Pechino, la parte cinese avrebbe anteposto la risoluzione del dossier ZTE a qualsiasi accordo sulle reciproche tariffe. L’esito ventilato dagli osservatori internazionali prevede la riabilitazione dell’azienda cinese sul mercato americano in cambio di una sospensione dei dazi imposti da Pechino su prodotti agricoli, carne e vino statunitensi in risposta alle tariffe su alluminio e acciaio. Non solo. Stando all’ambasciatore a Pechino Terry Branstad,un’apertura cinese dei mercati automobilistico e agricolo potrebbe portare a un ritiro dei dazi ventilati come misura di ritorsione per punire il presunto furto di proprietà intellettuale — la famosa “sezione 301". La mossa, che sta generando scompiglio all’interno dell’amministrazione Trump, arriva mentre il presidente americano è più che mai intenzionato a ottenere il sostegno cinese in previsione dell’incontro con Kim Jong-un.

C’è lo zampino cinese dietro al caos delle compagnie aeree

La carenza di personale che sta flagellando le compagnie aeree internazionali, causando la cancellazioni di voli e quant’altro, è anche colpa della Cina.Secondo gli esperti, infatti, “la crescita riportata dall’industria dell’aviazione cinese (+13% nel 2017) è senza precedenti nella storia, tanto che ormai ci sono più aerei che piloti necessari a farli volare”. Secondo l’International Air Transport Association, entro il 2022 la Cina potrebbe superare gli Stati Uniti diventando il più grande mercato del trasporto aereo al mondo. E stando a Boeing da qui al 2025 il gigante asiatico avrà bisogno di 110mila nuovi piloti. Un dilemma — considerata la presenza di appena 22 scuole di volo — a cui Pechino sta rispondendo offrendo stipendi fino al doppio rispetto a quelli concessi dai competitor internazionali per attirare nuovi talenti oltre la Muraglia.

Pechino contro la popolazione delle grotte


Mentre il 2020 — data entro cui Xi Jinping si è riproposto di sconfiggere la povertà — si avvicina, i buoni propositi dei funzionari locali si scontrano con la resistenza della “popolazione delle caverne”. Sono i casi di Zhongdong (nel Guizhou) e la contea di Lin, nello Shanxi, dove due tipologie di abitazioni-grotta continuano a dare alloggio a migliaia di persone. Nel caso di Zhongdong si tratta di un’unica caverna (di 100 metri di larghezza, 50 metri di altezza e 230 metri di profondità) dentro cui vivono 18 famiglie fin dalla fondazione della Repubblica popolare per scappare ai briganti. Nella provincia dello Shanxi invece ad essere presi di mira sono i tradizionaliyaodong, abitazioni ricavate sulle pendici dell’altopiano del loess, utilizzate dalla popolazione della Cina nordoccidentale da millenni. Si calcola che siano ancora 40 milioni i cinesi a risiedere in queste inusuali abitazioni. Nonostante i tentativi del governo di inurbare i “cavernicoli” quasi nessuno è disposto ad abbandonare le proprie case fresche d’estate e calde d’inverno per la dispendiosa vita di città. Negli ultimi cinque anni, in tutto il paese 8,3 milioni di persone sono state rilocalizzate nell’ambito della campagna contro la povertà lanciata da Xi.

In Indonesia la Belt and Road porta il marchio Trump


L’ultimo tassello della Belt and Road cinese è un gigantesco progetto immobiliare legato alla famiglia Trump. Una filiale della società di costruzioni statale Metallurgical Corporation of China (MCC) ha recentemente firmato un accordo con l’Indonesia MNC Land per costruire un parco tematico fuori Giacarta che include negozi, complessi residenziali, un campo da golf e hotel del circuito Trump. Secondo Ap, le banche cinesi sono in procinto di contribuire alla realizzazione con un’iniezioni di 500 milioni di dollari. Mentre non ci sono prove di un diretto coinvolgimento di società cinesi nella costruzione o nel finanziamento delle proprietà del gruppo Trump, tuttavia si tratta del primo progetto nell’ambito della Nuova Via della Seta ad essere in qualche modo collegato alla famiglia del presidente americano. Richard Painter, un tempo avvocato dell’ex presidente George W. Bush, ha definito il progetto “problematico” giacché potrebbe violare una clausola costituzionale sugli emolumenti se i fondi del governo cinese dovessero generare profitti per la Trump Organization.

Nessun commento:

Posta un commento

Hukou e controllo sociale

Quando nel 2012 mi trasferii a Pechino per lavoro, il più apprezzabile tra i tanti privilegi di expat non era quello di avere l’ufficio ad...