venerdì 28 ottobre 2011
"50milioni di balene in nuoto verso Bangkok"
Cosa hanno a che fare le balene con Bangkok? La domanda è più che lecita, data la distanza che separa la capitale thailandese dalla costa, è piuttosto improbabile che milioni di cetacei stiano risalendo il fiume Chao Praya diretti verso la città. E in effetti non centrano proprio nulla, se non per il fatto che rendono molto bene l'idea dello stato di emergenza in cui si trova l'antico regno del Siam, dallo scorso luglio colpito da devastanti alluvioni: il centro del Paese si è infatti trasformato in un enorme lago la cui massa d'acqua è pari a quella di 50milioni di balene, le quali, defluendo lentamente verso sud, si troveranno inevitabilmente a passare per Bangkok- situata a metà tra la pianura centrale e il mare- che al momento appare come un'isola galleggiante. I quartieri periferici sono già stati raggiunti dall'acqua, mentre il cuore della città è ancora asciutto (leggi approfondimenti su Asia blog), sebbene ci sia una possibilità su due che, nei prossimi giorni, venga anch'esso sommerso.
In Thailandia, quest'anno le piogge torrenziali hanno già causato 370 vittime e le previsioni sono tutt'altro che ottimistiche: secondo l'ufficio dell'Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari, nel weekend 1,2 miliardi di metri cubi d'acqua si riverseranno nella capitale; un volume pari a quello di 480mila piscine olimpiche.
Intanto l'esodo è cominciato ormai da giorni: molti dei 12milioni di residenti stanno lasciando Bangkok nel terrore di rimanere intrappolati, in quanto si ipotizza che la capitale possa rimanere "ostaggio" delle inondazioni per quattro settimane di fila. Ed è già allarme per le scorte d'acqua: alcuni bacini idrici che forniscono acqua potabile sono stati contaminati, mentre risulta sempre più difficoltoso lo smaltimento dei rifiuti, con un possibile rischio di epidemie. Anche il settore industriale ha subito pesanti ripercussioni a causa della scarsa reperibilità di alcuni materiali necessari per il processo produttivo, ed è probabile che questa situazione influenzerà tutto il mercato mondiale, causando notevoli oscillazioni dei prezzi.
Quella di quest'anno è stata la peggiore alluvione degli ultimi 50anni, frutto di una stagione delle piogge che sembra non avere alcuna intenzione di finire.
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