domenica 2 dicembre 2012

Meno parole, più azioni per smuovere la Cina


La Cina ha bisogno di 'farsi sentire' rimanendo con i piedi per terra. Quello del Global Times, tabloid in lingua inglese, costola del filogovernativo Quotidiano del Popolo, è un consiglio preso a prestito dal nuovo Segretario del Partito e futuro presidente Xi Jinping. "I discorsi vuoti sono inutili, solo il duro lavoro può promuovere il rinnovamento della nazione" ha sentenziato il leader in pectore durante un discorso tenuto il 29 novembre presso il Museo Nazionale Cinese mentre era in corso la mostra "La strada verso il rinnovamento". Il concetto è stato rielaborato dal quotidiano-bulldozer, il quale si è espresso con preoccupazione sul progressivo allontanamento del popolo cinese dal proverbiale pragmatismo che da sempre lo contraddistingue. Letteralmente: "la Cina un tempo era un paese di 'facitori', ma ora sta diventando un paese di 'chiacchieroni'. Questo vuol dire che se discutere, di per sé, è sintomo di democrazia, discutere troppo può condurre la patria nella trappola della democrazia. I Paesi occidentali sono da sempre i più grandi venditori di parole, fattore che suscita molte invidie tra i cinesi". Pertanto occorre trovare un equilibrio tra 'parole' e 'azioni' -prosegue il Global Times- e sopratutto far si che internet, megafono del popolo (nel Regno di Mezzo più che altrove), eserciti un potere positivo, facendo progredire la Cina. Nel corso degli ultimi trent'anni le riforme sono avvenute a porte chiuse, senza la partecipazione dell'opinione pubblica. Oggi sono stati fatti molti passi avanti, ma continua ad esserci chi propone richieste idealiste, cercando di sfruttare la vox populi a proprio vantaggio invece che per risolvere i problemi del paese. A questo punto i 'facitori' debbono ingegnarsi se vogliono che la loro voce venga ascoltata; in caso contrario le azioni volte a promuovere la democrazia e l'uguaglianza avranno effetti opposti. Un tempo i discorsi vuoti erano prerogativa dei funzionari, adesso, invece, riempiono la bocca dell'opinione pubblica. Non siamo contro la vivacità del dibattito e il pluralismo delle idee ma, quando le parole diventano più pesanti delle azioni e quando la società viene addomesticata a suon di slogan seducenti, il rischio è quello che il paese intraprenda una strada sbagliata. La Cina ha bisogno di una modernizzazione a tutto campo e di un pluralismo di idee. Ma la Cina ha anche bisogno di restare con i piedi per terra.

(Articolo integrale: China needs more action, less talk)

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