lunedì 23 luglio 2012

Nubifragio a Pechino, scoppia la rabbia sul web


4 ago.- Il bilancio delle vittime dell'alluvione sale a 78 morti.


Ammontano ad almeno 37 le vittime delle forti piogge che sabato si sono abbattute su Pechino, le più violente degli ultimi 60 anni. Acqua alta oltre 20 cm nelle strade del centro, 31 le infrastrutture crollate e perdite economiche per oltre 10 miliardi di yuan (più di un miliardo di euro) sono i numeri riportati dall'agenzia di stampa statale Xinhua.
Nel computo delle vittime -reso noto nella giornata di domenica dal governo della municipalità di Pechino sul Twitter cinese Weibo- rientrerebbero 25 persone annegate, sei rimaste uccise durante il cedimento di alcune costruzioni, cinque folgorate a causa del crollo di linee elettriche e una colpita da un fulmine. Ancora sette i dispersi.

La pioggia cominciata intorno all'una del pomeriggio è proseguita incessantemente sino a notte inoltrata, trasformando le strade in veri e propri torrenti, con conseguente paralisi del traffico sopratutto in corrispondenza degli incroci principali.
Caos anche nei cieli: la cancellazione di oltre 500 voli in partenza da Pechino ha bloccato in aeroporto circa 8000 passeggeri, come dichiarato dai media governativi.

Tra le aeree più colpite quella di Fangshan, quartiere periferico della capitale, dove il livello dell'acqua ha superato i 45 cm d'altezza. Tra i 70 mila residenti trasferiti a causa dell'alluvione oltre 20 mila provenivano proprio da Fangshan. Secondo il Global Times, megafono del Partito comunista cinese, le colate di fango avrebbero fatto una sola vittima nella zona, mentre le inondazioni hanno lasciato diverse persone senza casa, corrente elettrica e acqua pulita. Tuttavia, fatta eccezione per la superstrada Jingshi, la situazione sarebbe meno grave del previsto: molti danni ma poche vittime, raccontano i locali.


Mentre sabato le piogge torrenziali ancora straziavano la capitale cinese, dal web cominciava già a soffiare vento di tempesta. Immagini di una Pechino allagata sono rimbalzate sui principali social media, accompagnate da commenti sarcastici. Come può una città, che al tempo delle Olimpiadi del 2008 ha speso miliardi in costruzioni avveniristiche, avere tante difficoltà nel far fronte ad un temporale? si continuano a chiedere gli internauti cinesi.
La stoccata è arrivata intorno alla mezzanotte di sabato con la pubblicazione di una serie di scatti ritraenti i sistemi fognari di altre grandi capitali, tra i quali l'Underground Temple, il gigantesco sistema di prevenzione contro le inondazioni di cui dispone Tokyo.

"L'aspetto splendente di Pechino non può sopportare l'erosione causata da un temporale" -ha scritto un utente sul suo microblog- "In poche ore la città è stata riportata indietro ai vecchi tempi. Il governo municipale non ha mai smesso di ricostruirla eppure non è in grado di gestirla quando trabocca d'acqua".

Persino il Global Times ha ammesso che le piogge di sabato "hanno messo in evidenza le falle ancora presenti nel processo di modernizzazione della Cina", definendo la scarsa capacità organizzativa della città "imperdonabile"; tanto più se si tiene presente che il sistema di drenaggio e la capacità di risposta alle emergenze della capitale erano già finite sotto la lente d'ingrandimento in occasione del diluvio del 23 giugno 2011. E sul banco degli imputati fa nuovamente la sua comparsa la Beijing Drainage Group, società responsabile della manutenzione del sistema di drenaggio della città, accusata già lo scorso anno di cattiva gestione.

Intanto l'eco delle polemiche sembrerebbe aver raggiunto i piani alti: domenica il ministero delle Finanze ha annunciato che l'amministrazione centrale stanzierà 120 milioni di yuan (15,5 milioni di euro circa) per venire in aiuto delle aree colpite dalle inondazioni; Pechino, la città costiera di Tianjin e la provincia settentrionale dello Hebei beneficeranno dei nuovi sussidi governativi.

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