domenica 5 ottobre 2014

Un grande balzo in avanti contro le violenze domestiche


Dal 1 novembre la città di Harbin, capoluogo della provincia settentrionale dello Heilongjiang, si avvarrà di una nuova normativa volta a proteggere le donne dalle violenze domestiche. Si chiama "Harbin Regulations on Women's Rights and Interests Protection", ha ricevuto il placet del braccio locale della governativa ACWF (All-China Women's Federation) e arriva in coda ad iniziative analoghe intraprese nelle città di Guangzhou (Canton), Shenzhen, Changchun, Jinan e Qingdao. Definita dal 'South China Morning Post' «una pietra miliare», il provvedimento andrebbe a coprire nello specifico le molestie sessuali impedendo ai mariti di perseguitare le ex mogli e le loro famiglie dopo la separazione. Maggior tutela verrebbe assicurata anche sul posto di lavoro, sempre più spesso scenario di violenze. Tra il 2007  e il 2012, il Beijing Zhongze Women's Legal Counseling and Service Center ha ricevuto più di 183 richieste di consulenza  in materia di abusi sessuali; dei 47 casi portati avanti , il 34% era legato proprio all'ambiente professionale.

Come stabilisce l'Art. 22, il coniuge, una volta interrotta la relazione, non dovrà molestare, insultare, minacciare o usare violenza verso la donna e i suoi parenti. Allo stesso tempo l'Art. 23 obbliga il datore di lavoro o il direttore ad assumere misure adeguate per prevenire o interrompere il verificarsi di comportamenti molesti ai danni delle donne nei luoghi pubblici e nell'ambito delle attività lavorative. Le vittime, da parte loro, sono invitate a contattare la polizia, i propri superiori e le autorità competenti. L'articolo sottolinea la responsabilità della Women's Federation e degli agenti di pubblica sicurezza; troppo spesso casi di violenza vengono gestiti con scarso tempismo. Nel 2009 balzò alle cronache cinesi la storia di una donna che dopo aver chiamato la polizia otto volte invano è stata picchiata dal proprio marito fino a perdere la vita. Fino all'anno prima le violenze domestiche non rientravano nemmeno nei casi ufficialmente di competenza delle forze dell'ordine.

Inaspettatamente, per quanto lungamente attesa, la norma non ha suscitato soltanto commenti positivi. Nell'occhio del ciclone la definizione che ne deriva di 'violenze domestiche': si parla di attacchi fisici, intimidazioni, torture, compresa la privazione del cibo e...«l'interruzione del sostegno finanziario». Concentrandosi sull'ultimo punto, alcuni internauti si sono chiesti cosa accadrebbe nel caso in cui il 'sequestro del portafoglio' fosse giustamente motivato. Si tenga presente che, in Cina, il management economico della famiglia è per tradizione compito femminile. E se la moglie spende troppo? «Se il controllo del budget di casa umilia il marito facendogli perdere la faccia? E' una cosa che capita spesso. Che ne sarà dei diritti dei mariti?», si chiede un utente su Weibo, il Twitter cinese. E se è la donna a lasciare al verde il marito? Molti hanno fatto notare che la legge dovrebbe tutelare tutti i membri della famiglia al di là del sesso. (Segue su L'Indro)

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