venerdì 15 novembre 2013

Basta figli unici

(Errata corrige: gli anni di detenzione nei campi di lavoro per reati minori sono massimo quattro, non cinque come avevo scritto)

Nella tarda serata di venerdì Pechino ha rivelato al mondo la roadmap dettagliata delle tanto agognate riforme discusse durante il Terzo plenum del Comitato centrale del partito, tenutosi dal 9 e il 12 novembre. Le novità sono, come preannunciato giorni fa dai leader, "senza precedenti" e "onnicomprensive".

Le linee generali emerse alla conclusione del meeting avevano lasciato l'amaro in bocca per la loro vaghezza, inducendo molti a credere nell'ennesimo artificio di vacua retorica da parte del regime. Malfidati tutti. Il Dragone oggi ha fatto sapere che, tra le altre cose, allenterà la politica del figlio unico, in vigore dalla fine degli anni '70, e abolirà il laojiao, ovvero il sistema di rieducazione attraverso il lavoro istituito alla metà del secolo scorso da Mao Zedong, e che prevede la detenzione fino a quattro anni senza pubblico processo. Due provvedimenti con i quali la dirigenza punta a migliorare la situazione dei diritti umani nel paese, si legge nel comunicato pubblicato dall'agenzia di stampa Xinhua. Non male a pochi giorni dall'elezione della Cina tra i nuovi membri del Consiglio delle nazioni unite per i diritti umani -criticata aspramente dalle organizzazioni internazionali per via dell'ostinazione con la quale Pechino continua a negare all'Onu l'accesso ad alcune zone del paese (oltre a questione tibetana e tasti dolenti vari).

La politica del figlio unico merita notevole attenzione per via delle ripercussioni che avrà una sua modifica su diversi aspetti della società cinese, avendo giocato un ruolo di primo piano nella strabiliante crescita economica che ha portato la Cina a divenire la seconda potenza mondiale da "malata d'Asia" qual'era.

Da tempo era stata messa in risalto la necessità di riformare il sistema. Secondo le nuove direttive del Diciottesimo Comitato centrale del Partito, le coppie di etnia Han e residenti nelle aree urbane, in cui uno dei due coniugi è figlio unico, potranno avere fino a due figli. Tale concessione era già prevista per le coppie di altre etnie, residenti nelle aree rurali o in cui entrambi i membri erano figli unici. In altre parole le rigide limitazioni della politica del figlio unico continueranno ad essere in vigore soltanto per quei genitori Han, urbani, ed entrambi con fratelli; una percentuale piuttosto esigua.

Non mancano gli scettici. La riforma -avvertono gli esperti- lascerà immutata la natura sostanziale della politica di pianificazione familiare che include l'utilizzo di misure coercitive per controllare le nascite. Non di rado i funzionari, per rispettare le quote stabilite dal governo, forzano le donne a sottoporsi a esami ginecologici regolari, ad acconsentire all'inserimento di dispositivi intrauterini, o -nel caso in cui abbiano già avuto "troppi" figli- alla sterilizzazione e all'aborto.

Quartz riporta sei fattori sui quali il cambio di politica delle nascite avrà forti ripercussioni.

Più giovani, più forza lavoro
Secondo le stime di Bank of America questo "piccolo" aggiustamento porterà circa 9,5 milioni di nuovi nati ogni anno. Lo scorso anno la forza lavoro cinese, che conta 930 milioni di persone, per la prima volta ha accusato una drastica riduzione. Tale trend in discesa continuerà ad aggravarsi come gli attuali 40enni e 50enni raggiungeranno la pensione. Quello che servirebbe ora è un baby boom; il Dragone è ancora in tempo? Si stima che a partire dal 2025 la forza lavoro cinese perderà 10 milioni unità all'anno, e la ripresa di ogni paese necessita decenni per ottenere un ribilanciamento. Per le Nazioni Unite, basterebbe aumentare il tasso di fertilità di 2,3 bambini per donna dall' 1,6 attuale e il declino della forza lavoro verrebbe dimezzato entro il 2050, passando dal 17,3% all'8,8%.

Aumento dei consumi
Permettere alle persone di avere più figli innescherà immediatamente un aumento della spesa per prodotti quali latte artificiale, cibo, vestiti, nonché nel settore dei servizi educativi. Esattamente ciò di cui Pechino ha bisogno per incentivare lo spostamento verso un modello di crescita basato sui consumi ineterni, ora che le esportazioni -zoccolo duro della decade passata- languono.

Una società più "armoniosa"
La fine di pratiche in piena violazione dei diritti umani, quali aborti forzati, testimoniano la serietà delle riforme intraprese dai nuovi leader. "Crediamo che il presidente Xi Jinping e il Premier Li Keqiang sfrutteranno l'abolizione della politica del figlio unico per consolidare la propria autorità, mostrare la propria convinzione nel'apportare cambiamenti e convincere i cittadini che hanno una roadmap per le riforme" è stato il commento degli economisti di Bank of America Ting Lu e Xiao Jiazhi. Una popolazione più felice è anche una popolazione meno irascibile e potenzialmente sovversiva (i timori del partito per l'armonia sociale sono stati oltremodo palesati con l'annuncio della nascita di un Comitato per la sicurezza dello Stato, sul versante interno e internazionale).

Riduzione del gap di genere
La preferenza per il sesso maschile, che affonda le sue radici nella tradizione confuciana, ha indotto per secoli molti genitori cinesi ha fare di tutto pur di non avere un'erede donna (dove "di tutto" include spesso e volentieri aborti di feti femmina e infanticidi). Tale tendenza ha portato ad uno squilibrio di genere che ha toccato il suo picco massimo nel 2004, anno in cui sono nati 121,2 maschi per 100 femmine. Questo vuol dire che entro il 2020 tra i 30 milioni e i 35 milioni di uomini in età da matrimonio potrebbero non trovare una partner. L'ammorbidimento della politica del figlio unico non risolverà il problema discriminazione verso l'"altra metà del Cielo", ma certamente aiuterà a ridurre la pressione sui genitori in caso di fiocco rosa.

Un mercato immobiliare più sano
Non avendo fratelli, le coppie di trentenni cinesi sono spesso gli unici eredi dei propri genitori, i quali, una volta passati a miglior vita, lasceranno loro almeno due case extra (forse anche di più dato il trend degli investimenti nel mattone, fa notare Quartz). Sebbene i prezzi del real estate, sopratutto nelle città, sia ancora alle stelle, questa offerta di abitazioni in eccedenza ha preoccupato gli analisti, che da diverso tempo paventano un collasso del mercato immobiliare. La fine della politica del figlio unico dovrebbe scongiurare il rischio esplosione bolla, nonostante serviranno decine di anni perché i suoi effetti si concretizzino.

Aumento della pressione sulle risorse naturali
Nei piani di Deng Xiaoping la politica del figlio unico avevo lo scopo di frenare il boom demografico, a fronte di scarse risorse, e rilanciare la crescita economica del paese. In futuro i 9,5 milioni di nuovi nati all'anno avranno bisogno di cibo, acqua e alloggi. La terra arabile pro capite in Cina è la metà della media mondiale; il 40% di questa è considerata "degradata", dunque pressoché improduttiva. E il governo ha già avvertito che entro il 2030 la domanda di acqua potrebbe superare l'offerta.

Rimane poi aperto un interrogativo: leggi a parte, le giovani coppie desiderano veramente avere più figli? Molti ragazzi dicono di non volerne nemmeno uno a causa dell'aumento del costo della vita, divenuto proibitivo nelle grande città. A ciò si aggiungono alcuni limiti naturali, come l'aumento dell'infertilità -maschile e femminile- dovuto al devastante inquinamento ambientale di cui soffre il paese.





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