domenica 28 agosto 2011

Memorie da Kathamndu



Come preannunciato, Cinasia vuole essere molto più di un portale d'informazione giornalistica. E detto fatto, metterò subito in chiaro la natura eterogenea dei miei interessi. Così dopo un articolo di analisi economica vi propongo tutt'altro, con un salto dal mondo materiale a quello spirituale. 
Proprio in questi giorni ho fatto incorniciare una pittura che ho acquistato lo scorso gennaio durante un viaggio in Nepal, a Kathmandu per l'esattezza (purtroppo non ho avuto l'accuratezza di conservare il biglietto da visita della scuola di pittura presso la quale è stato realizzata l'opera). Il dipinto appartiene al genere dei thangka, stendardi buddisti dipinti o ricamati, solitamente appesi nei monasteri o sugli altari di famiglia, che vengono portati in processione dai lama o dai fedeli.Mentre molti li ritengono piacevoli e folkloristici oggetti da attaccare al muro, per i buddisti questi dipinti religiosi tibetani presentano una bellezza considerata manifestazione del divino.I thangka possono essere raggruppati per tipo in base alla tecnica e al materiale con cui sono stati realizzati. In genere si suddividono in due ampie categorie: quelli dipinti (tibetano: bris-tan) e quelli su seta, per appliquè (tibetano: go-tang) o per ricamo (tibetano: tshim-tang). Il thangka in questione è del primo tipo e rappresenta le nove fasi del Sentiero per il raggiungimento della Calma Interiore. Coltivando azioni virtuose e grazie allo studio del Dharma, il primo passo lungo il sentiero buddista consiste nell'interrogarsi sulla natura della mente al fine di placare lo stato di agitazione mentale attraverso la concentrazione su di un oggetto. Nella pittura in questione l'elefante simboleggia proprio la mente umana che a poco a poco viene prima inseguita, poi legata e in fine sottomessa dal monaco. Si tratta di una metafora che ricorre anche nell'iconografia del buddismo Chan, anche se nella scuola cinese l'elefante è sostituito da un bue. Alla fine del percorso si otterrà la concentrazione su di un singolo punto con conseguente purificazione della mente. Il monaco in volo rappresenta la  beatitudine del corpo, mentre quello a dorso dell'elefante la beatitudine della mente. Cavalcando l'animale attraverso l'arcobaleno, brandisce la spada della visione perfetta avendo ottenuto la fiamma di una chiara comprensione e della memoria originaria; in altre parole l'ultimo tratto del sentiero simboleggia la liberazione dal samsara ottenuta attraverso la visione superiore e la calma interiore.


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