venerdì 8 luglio 2016

La rassegna: Dispacci dalla Silk Road Economic Belt



Il governo cinese corteggia i vicini musulmani. L'ultima vittima della propaganda cinese è l'Indonesia, il paese con la popolazione islamica più numerosa al mondo è stato invitato a verificare il rispetto delle minoranze musulmane nello Xinjinag. (Washington Post). Negli ultimi giorni anche una delegazione pakistana ha visitato la regione autonoma in riferimento alle presunte restrizioni applicate da Pechino durante la festività del Ramadan. Il risultato della missione - molto criticato dagli osservatori internazionali- sarebbe a favore della tesi di Pechino: totale rispetto delle usanze locali. (Tribune)

Secondo un'inchiesta di Global Witness, in Afghanistan l'estrazione illegale delle pietre preziose -che arrivano in Cina passando per il Pakistan- sta ingrossando le tasche dei talebani nella provincia di Badakhstan, nel nord del Paese, dove si annovera la presenza, tra gli altri, di un piccolo gruppo filo-Isis, che comprende miliziani uiguri dello Xinjiang. Secondo report diplomatici, il 50 per cento dei ricavi dal settore finisce nelle mani dei barbuti, che traggono dalle miniere la maggior parte del sostentamento, dopo il traffico di droga. Sta alla Cina, acquirente numero uno di lapislazzuli e vittima di frequenti attacchi terroristici, fare pressione sul governo di Kabul per rafforzare la regolamentazione dell'industria mineraria afghana. (China Dialogue)

La partnership tra Pechino e Astana sembra mettere in allarme i vicini dell'ex Urss. Secondo l'analista Dmitriy Frolovskiy, per esempio, l'area economica speciale di Khorgos viene vista con sospetto da Bishkek, dal momento che è cinque volte più grande del Dordoi, il bazar kirghiso considerato il più voluminoso dell'Asia Centrale. Inoltre la mancanza di una strategia regionale ben precisa potrebbe lasciare spazio a Pechino per passare da un approccio focalizzato sull'economia ad uno più improntato sulla sicurezza, con il rischio che si venga ad alterare l'equilibrio assicurato dal Tratto Collettivo sulla Sicurezza a guida moscovita. Per sgonfiare la tensione derivante da una maggiore assertività nell'area, Pechino sta puntando sul potenziamento del proprio soft powe, senza tuttavia troppo successo: secondo la Banca di sviluppo eurasiatico, solo un kazako su sei percepisce la Cina come una "nazione amica". (The Diplomat)

L'Afghanistan ha ricevuto il suo primo lotto di materiale militare cinese nell'ambito di un piano di aiuti contro il terrorismo da milioni di dollari. Il carico conteneva tra le altre cose attrezzature logistiche, parti di veicoli militari, munizioni e armi per la ANSF (VOA), ma -come specifica il Global Times - gli aiuti non comprendono armi pesanti per diminuire i rischi che seguirebbero nel caso i terroristi o dei ribelli riuscissero ad entrarne in possesso.

Durante l'ultima visita della Merkel a Pechino, Cina e Germania si sono accordate per finanziare un centro di risposta ai disastri in Afghanistan. (Asia Sentinel)

Un fotografo di Pechino, nato in una famiglia musulmana, ha documentato le tradizioni e le festività islamiche attraverso la Cina in una bella raccolta fotografica. (Shaghaiist)

Le SOE continueranno a farla da padrone, dal momento che i progetti in cantiere lungo la Silk Road sono soprattutto ferroviari ed energetici, comparti in cui i colossi di Stato sono ben radicati. Gli investimenti cinesi in infrastrutture ed energia -spalmati tra Kazakistan, Turkmenistan e Kirghizistan - ammontano a circa 45 miliardi di dollari. (CNBC)

I trasporti sono il cardine delle relazioni tra la Cina e la Russia. Lo ha dichiarato il vicepremier Liu Yandong alla cerimonia di apertura del China-Russia High-speed Rail Research Center a San Pietroburgo. Il centro è votato al supporto tecnico per la realizzazione della Nuova Via della Seta e dell'Unione economica eurasiatica. (Xinhua)

Il Global Times ha intervistato He Yiming, direttore capo del Partito del Dipartimento del Commercio dello Xinjiang. Il commercio crossborder costituisce il 56,8 per cento del totale degli scambi commerciali intrattenuti dallo Xinjiang e 27,5 per cento dell'import-export di piccolo taglio in Cina. Il settore privato costituisce ben l'83,3 per cento del volume totale. I settori tessile, dell'elettronica e della meccanica hanno tutti registrato una crescita a due cifre quest'anno. L'Unione economica eurasiatica che abbatte le barriere commerciali interne al blocco alzando al contempo quelle con i paesi non-membri ha avuto un grande impatto sullo Xinjinag: le tariffe sui commerci con kirghizistna, Armenia e Kazakistan sono aumentate con il risultato che l'export dallo Xinjinag è diminuito. Questo sta spinegndo la regione autonoma a cercare di diversificare i propri partner puntando su Sud-est asiatico, specie per il commercio di frutta. I principali partner commerciali al momento sono, in ordine, il Kazakistan, il Kirghizistan, la Russia e il Tajikistan. Gli scambi con questi quattro paesi contano per il 75 per cento del totoale del comemrcio con l'estero. Solo il Kazakistan copre il 40 per cento. (Global Times)

La tradizione secolare del bazar sta attraversando un periodo di trasformazione, come si può notare presso il Grand Bazaar di Urumqi, -si dice- il più grande del mondo. Il bazar si sta evolvendo dal mercato fisico alla piattaforma online sulla scia del grande successo riscosso dall'e-commerce in Cina. Il cambiamento è dovuto in parte a ragioni di sicurezza: dopo gli ultimi attentati la gente è meno propensa a passare il tempo nei mercati. Poi c'è la predilezione dei cinesi per Taobao e JD, che sta spingendo i negozianti ad aprire degli store online senza tuttavia ottenere il successo sperato, dal momento che i prezzi sule piattaforme già consolidate sono molto più economici. Senza contare le difficoltà linguistiche incontrate dagli uiguri (Global Times)

Secondo le autorità di Ankara, dietro l'ultimo attacco all'aeroporto di Istanbul ci sono un russo, un tagiko e un uzbeko. La notizia è stata inserita dai media internazionali nell'ambito di una presunta radicalizzazione dell'Asia Centrale, a cui gli esperti della regione danno poco credito. (The Diplomat)

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