sabato 17 dicembre 2011

Nuova pena di tre anni per l'attivista Gao Zhisheng


Era sparito nel nulla, di lui si era persa ogni traccia da 20 mesi. Gao Zhisheng, noto avvocato per i diritti umani, ora è di nuovo in prigione per scontare la pena di tre anni alla quale era stato condannato con una "sospensione di cinque anni". Le condanne ''sospese'' rendono l' imputato soggetto ad un periodo di ''prova'' nel quale deve rispettare una serie di condizioni e tenere in generale una buona condotta. E' quanto ha stabilito il tribunale di Pechino, secondo il quale l'uomo avrebbe violato i termini della libertà vigilata alla quale era stato sottoposto cinque anni fa, come reso noto venerdì dall'agenzia di stampa Xinhua.

Condannato nel 2006 per incitamento alla sovversione dello Stato, in questi ultimi anni, Gao è sparito diverse volte, sebbene il fratello, che lo ha incontrato l'ultima volta nell'aprile 2010 sotto la supervisione della polizia, sia sempre stato convinto che le autorità sapessero perfettamente dove egli fosse. Rene Xia, uno dei membri del China Human Rights Defenders ha affermato che la sentenza del tribunale è "la più chiara conferma del fatto che, nonostante le ripetute smentite, in questi 20 mesi Gao è stato detenuto segretamente dal governo cinese.

Oggi i funzionari hanno dichiarato che l'uomo è di nuovo dietro le sbarre, sebbene non abbiano permesso ai familiari di vederlo né abbiano rilasciato dichiarazioni sulle sue condizioni di salute.

Sparizioni e reclusioni sono diventate ormai una prassi ben collaudata, attraverso la quale le autorità mettono a tacere dissidenti e personaggi scomodi, sopratutto a partire dai timidi accenni della rivolta dei gelsomini "made in China" dello scorso febbraio. Pechino sta al momento revisionando le norme di procedura penale, e valutando una serie di provvedimenti che permetterebbero, di fatto, la legalizzazione delle "detenzioni ombra".

I paesi occidentali e l'Organizzazione delle Nazioni Unite hanno più volte fatto pressione sul Partito affinché  Gao fosse liberato, mentre Amnesty International e alcuni esperti del sistema giuridico cinese sostengono che la scomparsa del noto dissidente sia lo specchio che mette a nudo comportamenti e attività oltre i limiti della legalità già manifestati in altre occasioni dalla polizia cinese.

Gao è noto per aver sostenuto diverse questioni politicamente sensibili, nonché per aver difeso in passato alcune delle categorie più deboli come i cristiani, i minatori e la setta Falun Gong. Dopo la condanna alla libertà vigilata l'uomo è scomparso per tre volte. Durante le sue fugaci apparizioni ha raccontato ai giornalisti di essere stato torturato, picchiato con bastoni elettrici, legato con delle cinghie e incappucciato, costretto a rimanere seduto per 16 ore subendo ripetute minacce. "Devi dimenticare di essere umano, sei una bestia" gli avrebbe detto una delle guardie.

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