lunedì 9 aprile 2012

Seul teme nuovo test nucleare nordcoreano


C’e’ del marcio a nord del 38° parallelo. Alcuni rilevamenti satellitari hanno evidenziato sospetti cumuli di terra presso il sito nucleare Punggye-ri, nella contea di Kilju, propaggine nord-orientale della Corea del Nord. Secondo il governo di Seul, Pyogyang si starebbe preparando al suo terzo test nucleare sotterraneo, mentre proseguono a spron battuto i lavori di assemblaggio del missile a lungo raggio il cui lancio e’ previsto tra pochi giorni. Lo ha riferito un anonimo portavoce sudocreano nella giornata di domenica, il quale ha spiegato che il satellite ha mostrato una pila di terra, proprio in prossimita’ dell’ingresso di un tunnel. Un campanello d’allarme per gli analisti del governo della Corea del Sud, i quali hanno interpretato il rinnovato dinamismo nell’area come il segno di possibili preparativi per un nuovo test. Come scrive il New York Times, infatti, una grande quantita’ di terra e’ necessaria per sigillare una galleria prima della detonazione di un dispositivo nucleare.

Il portavoce di Seul ha cosi’ confermato le voci diffuse in prima battuta dall’ agenzia di stampa sudcoreana Yonhap e da altri organi d’informazione nazionali, mentre la notizia e’ stata messa in relazione alle complesse alchimie della politica interna.
Il Partito democratico unito, l'opposizione sudcoreana, ha accusato l'agenzi di spionaggio National Intelligence Service di aver fatto trapelare le informazioni in vista delle elezioni parlamentari di mercoledi’, con lo scopo di aiutare la frangia conservatrice puntando tempisticamente i riflettori sulla minaccia nucleare nordcoreana.
Si parla di possibili test nucleari nordcoreani da almeno un mese” ha dichiarato Park Yong-jin, portavoce del Pdu, “ci chiediamo allora perche’ il National Intelligence Service abbia deciso di portare la questione all’attenzione dei cittadini e dei media a soli tre giorni dalle elezioni”. 

La minaccia nucleare di Pyongyang era stata sollevata durante il discorso elettorale di domenica scorsa dal leader del Partito della nuova frontiera nell’intento di cementare il supporto dei conservatori.
Ma la tensione sullo scacchiere internazionale era gia’ montata dopo la notizia del lancio del satellite previsto tra giovedi’ e lunedi’ prossimo, e in programma da tempo. La risposta degli Stati Uniti e dei suoi alleati e’ stata chiara e decisa: il lancio del missile intensificherebbe l’isolamento di Pyongyang e verrebbe accompagnato da provvedimenti e sanzioni internazionali piu’ severe.
Intimidazioni che non servite a smorzare la determinazione della Corea del Nord che ha confermato i propri intenti; il razzo sarebbe gia’ in posizione, come confermato da alcuni corrispondenti di AP, tra i giornalisti stranieri ai quali sara’ concesso di assistere al lancio.
Il mese scorso il ministero degli Esteri nordcoreano aveva avvertito Washington che la sospensione degli aiuti alimentari (si era parlato di 240mila tonnellate di alimenti entro l'anno prossimo), come rappresaglia per il lancio del satellite, aveva di fatto messo un punto agli accordi siglati lo scorso 29 febbraio in base ai quali Pyongyang aveva accettato una moratoria sull’arricchimento dell’uranio, sui missili a lunga gittata e sui test nucleari.

Nel 2006 e nel 2009, durante i due precedenti test, la Corea del Nord aveva portato avanti il riprocessamento di barre di plutonio in grado di produrre materiale fissile per armi nucleari. Un'accelerata, quella dello "Stato eremita", che aveva portato i colloqui a sei ad una fase di stallo inducendo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad emettere una risoluzione volta a vietare il lancio di razzi dotati di tecnologia equivalente a quella del missile balistico attualmente in via di ultimazione.
Se il paese tentasse un terzo test, hanno spiegato gli addetti ai lavori, questa volta potrebbe usare ordigni nucleari alimentati ad uranio altamente arricchito, per la produzione del quale, come mostrato nel 2010, Pyongyang e’ in possesso di un avanzato impianto.
E nonostante la Corea del Nord continui a gettare acqua sul fuoco insistendo che il lancio del satellite e’ stato da tempo pianificato per festeggiare il centenario della nascita di Kim Il-sung, padre fondatore della Repubblica democratica popolare e nonno dell’attuale leader Kim Jong-un, a crederci sono in pochi. Dalle parti della Casa Bianca gli ultimi "esperimenti scientifici" di Pyongyang sono stati letti come una chiara copertura per lo sviluppo di missili balistici intercontinentali in grado di montare una testata atomica.

Nel frattempo la questione coreana impensierisce sempre di più i cugini asiatici. Persino l’alleato storico, la Cina, comincia a mal sopportare l’indisciplinato vicino di casa, e per bocca del suo ministro degli esteri Yang Jiechi si e’ detto molto preoccupato per la situazione della penisola coreana. Sabato scorso nella citta’ di Ningbo Yang ha incontrato separatamente i sui omologhi giapponese e sudcoreano. Come riportato dall’agenzia di stampa Xinhua, il rappresentante della diplomazia estera cinese ha espresso grande preoccupazione per gli ultimi sviluppi, e ha invitato alla calma. Ma alla strategia attendista di Pechino Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti non ci stanno piu’. Maggior aggressivita’ e’ quanto hanno richiesto al Dragone per mettere un freno una volta per tutte al comportamento provocatorio di Pyongyang.

Nessun commento:

Posta un commento

Hukou e controllo sociale

Quando nel 2012 mi trasferii a Pechino per lavoro, il più apprezzabile tra i tanti privilegi di expat non era quello di avere l’ufficio ad...