lunedì 31 marzo 2014

La schiavitù del XXI secolo


Le leggi di Hong Kong sulla tratta di esseri umani sono del tutto inadeguate. Sopratutto considerando che l'isola costituisce uno dei principali hub in cui si riversa il traffico di tutto il quadrante asiatico. E' quanto emerge da un rapporto realizzato dal Justice Centre Hong Kong e Liberty Asia, ripreso dal 'South China Morning Post' la scorsa settimana. Il Governo della regione amministrativa speciale -avvertono le due associazioni- non può continuare a coprirsi dietro un dito, dichiarando guerra alla prostituzione ma ostinandosi ad ignorare il ben più ampio problema dei lavori forzati, che, secondo gli attivisti, ricorre nel 68% degli episodi riguardanti la tratta di essere umani.

A differenza di Taiwan e Macao, il Porto Profumato mancando di una legislazione organica contro il traffico di essere umani, si limita a gestire il problema con alcune disposizioni frammentarie. Che, tuttavia, secondo il Portavoce del Security Bureau, prevederebbero pene "sufficientemente stringenti", con un periodo di detenzione massimo che va dai dieci anni all'ergastolo. Lo scorso settembre il Dipartimento di Giustizia ha emendato il Prosecution Code per definire "i casi di sfruttamento umano", andando ad abbracciare le attività che sviliscono il valore della vita umana, compreso lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, la servitù domestica, la servitù per debiti e il prelievo di organi. Eppure, come sottolinea il recente studio, l'assenza di una legislazione fa sì che, nonostante l'ultimo aggiornamento, la trattazione di questi casi all'interno di un tribunale rimanga cosa molto improbabile. (Segue su L'Indro)


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