venerdì 14 ottobre 2016
Rassegna: Dispacci dalla Silk Road Economic Belt
Il viceministro degli Esteri cinesi Li Baodong ha affermato che la Cina appoggia la Russia nelle questioni internazionali più importanti, compresi i dossier Siria e Afghanistan. I due paesi continuano a collaborare all'interno del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, di cui sono gli unici due mebri permanenti non occidentali. Sabato 8 ottobre l'ambasciatore cinese al palazzo di vetro ha espresso rammarico per la mancata approvazione delle risoluzione proposta da Mosca per mettere fine al conflitto siriano. (RT)
Sebbene il governo cinese abbia cominciato a redarre una legge sull'industria halal nel 2002, la Cina è ancora sprovvista di una normativa che abbia valenza nazionale. L'idea è deragliata nuovamente durante l'ultima Assemblea nazionale del popolo. Il fatto è che le frange più conservative temono che assecondare le richieste delle minoranze musulmane possano un giorno portare alla legalizzazione della sharia in Cina. Intanto a livello locale si tenta di regolamentare il settore. Recentemente le autorità dello Xinjiang hanno introdotto una legge antiterrorismo che mir a punire chi "sovraccarica" le norme sull'halal. (Economist)
Dire che la Nuova Via della Seta è un prodotto di Xi Jinping è vero a metà. Il progetto è stato invocato a gran voce dai vari leader centroasiatici fin dagli anni '90. Peraltro, treni merci tra Cina ed Europa viaggiano dai primi anni 2000. (Forbes)
Per la prima volta residenti di Baramulla, nello stato federato indiano del Jammu e Kashmir, hanno sventolato bandiere cinesi (e pakistane) in protesta contro la morte del miliziano Burhan Wani di Hizbul Mujahideen, ucciso dalla sicurezza indiana durante un'operazione antiterrosimo nel luglio scorso. (India Express) Intanto, sui social indiani è partita la campagna #BoycottChinaProducts in risposta all'appoggia dimostrato da Pechino al Pakistan in sede Onu con l'imposizione del veto al riconoscimento del ribelle pakistano Masood Azhar come terrorista. La campagna risulta parzialmente incoraggiata dal Bharatiya Janata Party di Modi. (SCMP)
Pechino ha varato un piano quinquennale per lo sviluppo del China Railway Express fino in Europa. Il programma mira a velocizzare le pratiche doganali e a migliorare le infrastrutture lungo la rotta. Ormai sono 39 le linee ferroviarie che collegano città cinesi e europee. (Reuters)
Nel villaggio di Bianjiang, nella provincia dello Heilongjiang, 300 residenti discendono dai russi fuggiti dalle purghe sovietiche e dalla carestia degli anni '30-'40. Eppure, nonostante del loro origini straniere, queste persone risultano registrate come etnia han da quando durante la Rivoluzione culturale la loro provenienza è diventata motivo di sospetti in Cina. Molti hanno deciso di unirsi in matrimonio a gente del posto affinché i propri figli perdessero il più possibile le loro caratteristiche russe. Quanti hanno deciso invece di non chiedere la cittadinanza cinese si trovano tuttora senza assistenza sanitaria. La situazione al confine sino-russo è ben diversa da quella riscontrabile a Yili (Xinjiang) dove vive l'altra comunità russa cinese. Qui, al contrario, i discendenti dei sovietici sono riusciti a conservare la propria identità nel corso degli anni. (Sixht Tone)
Nel mese di settembre il volume del trasporto merci su rotaia ha mostrato segnali di ripresa, grazie al giro di vite lanciato da Pechino sui veicoli (su gomma) sovraccarichi. China Railway Corp. ha registrato un aumento del 4,6 per cento nel volume dei carichi, prima volta in oltre due anni che la crescita prosegue per più mesi di fila. A Urumqi, nel Xinjinag ricco di carbone, i volumi del trasporto merci è aumentato del 24,5 per cento, il valore più alto tra tutte le sussidiarie di CRC. (Caixin)
I contatti tra la Cina e l'Europa sono antecedenti alla via della seta e risalgono alla prima dinastia cinese, quella dell'imperatore Qing Shi Huangdi. Secondo un nuovo studio, il celeberrimo esercito di terracotta di Xi'an sarebbe ispirato alla scultura greca e addirittura artisti balcanici avrebbero insegnat le loro tecniche ai cinesi. (BBC)
Nonostante l'accordo sul nucleare iraniano abbia allentato la stretta imposta dalle sanzioni, la reticenza tutt'ora dimostrata dalle compagnie occidentali nell'avvio di nuovi progetti continua a spingere l'Iran tra le braccia di Pechino. Questo sopratutto perché le clearing bank occidentali temono di contravvenire alle sanzioni ancora in vigore concedendo finanziamenti. "La Cina sa che Teheran non ha altre alternative". Ormai i commerci tra il gigante asiatico e l'Iran sono pari a cinque volte il volume scambiato tra Iran e Unione europea nel 2014. A gennaio Xi Jinping è diventato il primo leader mondiale a visitare il paese dopo la sospensione delle sanzioni. Tuttavia le pressioni esercitate dagli Stati Uniti, con cui Pechino tenta di mantenere cordiali rapporti nonostante le frizioni, hanno innescato più volte una ritirata delle aziende cinesi. Inoltre il laissez-faire dell'ex presidente Ahmadinejad è stato sostituito dal rigore di Rouhani, più incline verso una strategia multivettoriale volta a scongiurare un'eccessiva dipendenza cinese. (Bloomberg)
Secondo la stampa turkmena, lo sviluppo della ferrovia China-Kazakhstan-Turkmenistan-Iran è in mani cinesi. La rotta è lunga 10mila chilometri e può essere compiuta per esteso in due settimane. (Trend)
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