lunedì 10 ottobre 2016

Rassegna: Dispacci dalla Silk Road Economic Belt


La Georgia si candida a diventare principale snodo commerciale del Caucaso meridionale, con l'obiettivo di aprire una rotta alternativa a quella più settentrionale (e più battuta) passante per il Kazakistan. Epicentro delle ambizioni di Tbilisi è Anaklia, dove è in corso la costruzione di un porto di acque profonde sul Mar Nero in grado da fungere da porta di ingresso all'Europa per le merci cinesi e viceversa. Il progetto è nelle mani del consorzio georgiano-americano Anaklia Development Consortium, che ha i diritti di sfruttamento sull'area per 49 anni. Trattandosi di una rotta terrestre, e pertanto più costosa di un trasporto marittimo, lo scalo è pensato sopratutto per il passaggio di prodotti high-end in grado di ammortizzare la spesa. Il costo totale del progetto è di un po' più di 2,5 miliardi di dollari e verrà realizzato nell'arco di 25-40 anni. (Forbes)

L'ambasciatore afgano alle Nazioni Unite ha chiesto aiuto alla Cina per fermare il supporto ai talebani fornito dal Pakistan. Saikal ha inoltre fatto notare come la "Terra dei puri" sia rifugio per i membri dell'East Turkestan Movement fuggiti dal Xinjiang. (SCMP)

Secondo la stampa indiana, la decisione di Pechino di bloccare un affluente del fiume Brahmaputra per facilitare la costruzione di un progetto idroelettrico in Tibet va letta attraverso il prisma delle frizioni tra Delhi e Islamabad. Il fiume passa attraverso territori dove India e Cina si sono scontrate militarmente. Così, oltre ad essere un modo per tentare di sfidare il controllo indiano sull'Arunchal Pradesh (che Pechino rivendica con il nome di "piccolo Tibet"), la chiusura dei rubinetti potrebbe essere interpretata come una riposta alla minaccia indiana di abrogare l'Indus Waters Treaty, una delle varie misure di ritorsione con cui Delhi sta pensando di punire il Pakistan per il suo presunto sostegno ai ribelli del Kashmir. (First Post)

Politics or profits along the “Silk Road”: what drives Chinese farms in Tajikistan and helps them thrive? Irna Hofman, dell'Università di Leiden indaga le modalità con cui le grandi e piccole imprese cinesi investono in Tajikistan, specie nel settore agricolo. A differenza di quanto si pensa Hofman rileva che ad operare in tale settore sono sopratutto aziende private spinte da meccanismo di porfitto (Taylor & Francis Online)

A un mese dall'attentato all'ambasciata cinese di Bishkek non è ancora ben chiaro come siano andate le cose. Almeno tre delle 11 persone sospettate dai servizi kirghisi hanno dichiarato la loro innocenza. Il presunto finanziatore è tornato spontaneamente dalla Turchia per sostenere la propria estraneità ai fatti. L'identità dell'uomo (uiguro ma con passaporto tagico, secondo Bishkek) rimane ancora un mistero, così come il presunto apporto russo, a cui ha fatto riferimento il Federal Security Service di Mosca. (Eurasianet)

L'Asia Development Bank starebbe facendo pressione affinché la costruzione della strada Bishkek - Kara-Balta venga portata a termine dalla China Railway N.5 Engineering Group Co. LTD, una società già finita nell'occhio del ciclone in Polonia per cattiva gestione in un progetto infrastrutturale. (24KG News)

L'aumento dei costi per la sicurezza sta minando l'efficienza del progetto Cina-Pakistan. Il tabloid non ventila l'ipotesi di un'interruzione del progetto, ma fa notare che Pechino probabilmente si guarderà bene di concentrarsi troppo sulla regione. "Non sarebbe saggio mettere tutte le uova nello stesso paniere. La Cina dovrebbe considerare l'dea di rafforzare la cooperazione economica con i paesi del Sudest asiatico" dove vi è un deficit infrastrutturale e una maggiore stabilità. (Global Times) .
Sono passati 13 anni da quando Delhi ha accettato di investire nello sviluppo del porto iraniano di Chabahar, eppure il progetto è rimasto lettera morta, sopratutto a causa della burocrazia indiana. Una volta completato il porto di Chabahar renderà superflui gli scali nei paesi degli Emirati arabi, dove al momento le merci vengono imbarcate su navi più piccole. Da un punto di vista strategico, il porto non soltanto libererebbe Tehran dal collo di bottiglia dello stretto di Hormuz in caso di tensioni regionali, ma costituirebbe per Delhi un contro altare al corridoio economico Cina-Pakistan. (Bloomberg)

Il presidente bielorusso Lukashenka cerca di combattere la recessione rafforzando la partnership con Pechino. (Jamestown Foundation)

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