mercoledì 2 novembre 2016

Spaghetti istantaneo test HIV?


Oltre a bibite e snack, dallo scorso luglio i distributori automatici della Southwest Petroleum University hanno cominciato ad offrire anche test per l'HIV del costo di meno di 5 dollari.

Siamo a Chengdu, capoluogo della provincia sudoccidentale del Sichuan, che insieme a Yunnan e Guangxi domina la classifica delle 12 regioni con oltre 10mila casi di HIV/AIDS, contando per quasi la metà del mezzo milione di casi rilevati nel 2014.È la prima volta che un'università cinese prende un'iniziativa del genere. Grazie alle sovvenzioni elargite da un'organizzazione benefica il prezzo del kit acquistabile dal distributore è nettamente inferiore a quello dei test circolanti sulla piattaforma di e-commerce Taobao (300 yuan ovvero 45 dollari). Secondo quanto dichiarato dal centro medico scolastico, il set comprende un contenitore delle urine depositabile in un raccoglitore campioni. Il tutto avviene nel rispetto della privacy grazie alla possibilità di svolgere le varie procedure nell'anonimato e di consultare i risultati online.

Lo scorso maggio la Commissione nazionale per la salute e la pianificazione famigliare aveva richiesto alle scuole di stabilire un sistema di monitoraggio in modo da segnalare nuovi casi di contagio ogni sei mesi, oltre a fornire agli alunni servizi di testing e consulenza gratuiti.

Come spiegava tempo fa al Wall Street Journal Bernhard Schwartländer, rappresentante in Cina della World Health Organization, «mentre il test HIV è ampiamente disponibile, sappiamo che molte persone sono riluttanti ad eseguirlo per timore di risultare positive, per lo stress di aspettare i risultati, per la seccatura di dover andare negli appositi centri ... e per la paura di diventare vittime di stigmatizzazione e discriminazioni».

Il progetto pilota - oggetto di apprezzamenti pressoché unanimi sul Twitter cinese Weibo- arriva in risposta all'impennata del contagio tra i giovani tra i 15 e i 24 anni, in salita del 35 per cento nel periodo 2011-2015. Secondo il Centro nazionale per il controllo e la prevenzione dell'AIDS e delle malattie sessualmente trasmissibili, lo scorso anno si sono registrati 2.200 nuovi casi tra giovani di età superiore ai 15 anni, contro i 1.772 del 2014. Una tendenza che gli esperti attribuiscono alla scarsa educazione sessuale tra i ragazzi. Come evidenzia un sondaggio condotto dalla Jiaotong University di Xi'an, oltre il 31 per cento dei 12mila rispondenti ha dichiarato di aver avuto già rapporti, ma appena il 21,8 per cento sarebbe in grado di utilizzare correttamente un profilattico, mentre due studenti su dieci hanno affermato di considerare l'aborto un metodo contraccettivo.

Sebbene il numero degli studenti affetti dall'HIV rappresenti meno del 3 per cento del totale, la diffusione del virus tra gli iscritti alla scuola secondaria aumenta più velocemente che in qualsiasi altro segmento della popolazione cinese. Questo è vero sopratutto tra gli studenti maschi, dal momento che - stando alle statistiche del Centro - circa l'80 per cento dei nuovi casi tracciati a partire dal 2008 riguarda rapporti sessuali tra uomini. Un trend che attesta una stretta correlazione tra le modalità del contagio e gli sviluppi della società cinese.Il gigante asiatico ha «scoperto» l'AIDS con l'epidemia che alla metà degli anni '90 ha travolto la provincia dello Henan sulla scia della vendita illegale di sangue da parte dei contadini ai centri di raccolta.

Fino agli anni '80 Pechino ha continuato a considerare la sieropositività come un male tipicamente occidentale, sintomo della dissolutezza del modello capitalistico, mentre solo nel 2001 ha provveduto a rimuovere l'omosessualità dal novero delle malattie mentali. Tuttavia, alla liberalizzazione dei costumi non è seguita un'accurata indagine delle problematiche legate alla sessualità.
Lo dimostra il fatto che fino a dieci anni fa i casi di trasmissione dell'HIV attraverso rapporti omosessuali si aggiravano soltanto attorno all'1 per cento. Nel 2015 erano già saliti al 25 per cento del totale.



(Pubblicato su China Files)


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